«A me questo lavoro piace ma il futuro lo vedo incerto»

I nodi dell'ingrosso, la testimonianza del giovane Andrea Benigna

«A me questo lavoro piace ma il futuro lo vedo incerto»
Continua il dibattito innescato dall'analisi di Fabrizio Pattuelli sul futuro dei mercati all'ingrosso (clicca qui per leggere l'articolo). Parlando di futuro non si può non considerare il ruolo che i giovani hanno e avranno in questo canale: a tal proposito ieri abbiamo riportato le considerazioni di Vincenzo Palestini, rappresentante del Gruppo Giovani di Fedagromercati (clicca qui per la notizia), mentre oggi pubblichiamo la lettera che ci ha scritto Andrea Benigna, 25 anni, da cinque impegnato nella ditta di famiglia, la Ingros Ortofrutta al mercato ortofrutticolo di Bergamo.



Innanzitutto volevo complimentarmi per l'articolo - esordisce il giovane grossista - L'andamento al mercato non è male e anche l'ambiente tutto sommato è bello (anche se si potrebbe migliorare). Le vendite non vanno così male anche se, certo, bisogna avere sia i fornitori che i prodotti giusti. Come avete sottolineato, però, c'è bisogno di formazione, di innovazione ma soprattutto di un cambiamento nella mentalità delle persone.... Come dite voi è assurdo pensare che dei buyer si alzino alle 3 per venire al mercato. Da noi le vendite iniziano ad un orario totalmente spropositato: 3:30 della mattina e verso le 8 praticamente terminano. A me questo lavoro piace ma il futuro lo vedo molto incerto... Quanti giovani iniziano con questo lavoro? Di tutte le persone che conosco rispondo: nessuno. Gli unici sono coloro che hanno già l'attività e allora continuano... Secondo me giustamente. Questa è la situazione. Sarebbe bello riuscire a riportare il canale dell'ingrosso al centro del commercio e sicuramente parlarne ed evidenziare i problemi è già molto importante. Come primo passo.

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