Assocertbio, i «perché» della nuova associazione

Gli otto soci fondatori rappresentano il 97% del biologico italiano

Assocertbio, i «perché» della nuova associazione
Per rappresentare al meglio uno dei “servizi chiave” per lo sviluppo dell’agricoltura biologica, i principali organismi di controllo e certificazione del bio si sono uniti in una nuova associazione, AssoCertBio, presentata ufficialmente alla stampa sabato scorso al Sana di Bologna.
Un’associazione indipendente, si legge nella nota diffusa all’incontro, in grado di collaborare con i vari attori del settore, in primis le autorità pubbliche nelle loro articolazioni nazionali ed europee, per rendere il sistema più efficiente e dinamico.

Gli otto organismi soci fondatori di AssoCertBio (Abcert, Bioagricert, Bios, Ccpb, Ecogruppo, Icea, Sidel, Suolo e Salute) rappresentano oggi più del 97% del biologico italiano, qualcosa come 70-72mila aziende. Presidente è Riccardo Cozzo di Bioagricert, mentre Fabrizio Piva di Ccpb e Alessandro Delia di Suolo e Salute sono i due consiglieri.

Tra i primi obiettivi di AssoCertBio ci sarà offrire piena collaborazione per il Decreto sui controlli del biologico, in fase di discussione tra Governo e Parlamento. “Ci spinge – conclude la nota - la volontà di mettere a disposizione la nostra esperienza e professionalità, con pieno spirito di collaborazione per il miglioramento continuo del comparto del biologico nazionale”.

Proprio tematiche quali la rilevanza della certificazione, l’importanza della sostenibilità ambientale in campo alimentare e la necessità di avere uno sguardo comune su un comparto in forte espansione sono state al centro degli incontri di Ccpb al Sana.  “Le famiglie italiane sono più attente a ciò che mangiano, prediligendo sempre più prodotti biologici – ha detto l’amministratore delegato, Piva - Questo è un dato positivo per il nostro settore sul quale però non bisogna cullarsi. C’è ancora molto lavoro da fare se si vuole arrivare a una maggiore consapevolezza sull’importanza di una sana alimentazione. Solo così possiamo pensare di far crescere la quota di spesa bio nel nostro Paese”.

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