Articolo 62, Celox Trade e Fruitimprese Emilia Romagna alimentano il dibattito

Peron: prevale la paura di ritorsioni dalla Gdo. Minguzzi: no al sottocosto

Articolo 62, Celox Trade e Fruitimprese Emilia Romagna alimentano il dibattito
Diversi commenti si sono susseguiti nella mattinata di ieri sulla sentenza dell'Antitrust nella vicenda che oppone l'impresa Celox Trade a Coop e Centrale Adriatica.

Uno è quello del diretto interessato, Fortunato Peron, titolare Celox Trade, che ha voluto fare il punto sulla vicenda: "La Coop – dice – tende a giustificare il proprio operato, rimettendo in discussione il fatto che la Celox sarebbe stata avvisata verbalmente due anni prima della riorganizzazione del parco fornitori. Ma questa è una argomentazione del tutto estranea alle dinamiche dell'art.62 e che risulta essere già stata oggetto di esame nel giudizio AGCM con i noti risultati sanzionatori per Coop. Per questo Celox non intende intavolare una discussione su temi già decisi dall'Autorità con un ulteriore ‘processo' meramente mediatico".

Secondo Peron, Coop sta tentando di sviare l'attenzione dei media e del pubblico dall'effettivo ambito della severa censura ricevuta dall'Autorità, proponendo temi di discussione assolutamente estranei alla materia oggetto della vertenza. Temi sui quali Celox non intende minimamente interloquire, riservandosi ogni ulteriore eventuale discussione nelle sedi competenti. "Non posso però – sottolinea Peron – fare a meno di osservare che la reazione di Coop lascia davvero allibiti: se è illegittimo il parere dell'Antitrust, massima autorità in materia, quale sarà la sede cui ci si dovrà rivolgere circa presunte violazioni dell'art. 62 che è legge dello Stato? Quanto all'imbarazzante silenzio del mondo della produzione ortofrutticola italiana, che ha fortemente voluto l'art.62 si commenta da solo. Mi sembra che la paura delle ritorsioni da parte della Gdo prevalga su tutto...", conclude Peron.

Poche ore dopo è stata l'associazione Fruitimprese Emilia-Romagna, attraverso il suo presidente Giancarlo Minguzzi, a descrivere alcuni aspetti problematici dei rapporti tra fornitori e Gdo. "La scontistica concordata e applicata dalla Gdo – sottolinea –  porta anche a confondere i prezzi che vengono diffusi dalle Camere di Commercio, dove i listini dei vari prodotti vengono considerati al lordo della scontistica". Per esempio, prosegue Minguzzi, "un prezzo di vendita alla Gdo di 1,50 euro/kg deve essere depurato della scontistica, che se al 10% diventa 1,35; poi del trasporto e facchinaggio che mediamente si aggira sui 10 cent/kg netto. Significa che franco partenza quel prodotto lo hai venduto a 1,25 euro. Lo stesso prodotto normalmente va in promozione per parecchie settimane per il 60-70% della quantità totale, quindi il prezzo scende a 1,20, meno la scontistica del 10% per trasporto e facchinaggio, si arriva a un prezzo franco partenza di 0,98 euro/kg. Se poi arriva l'offertissima del supermercato dello stesso prodotto a 0,50 euro/kg , non è difficile prevedere che tolte le spese il produttore riceverà zero".

Ma quindi "cosa bisogna fare per impedire questa corsa al ribasso dei prezzi che danneggia solo i produttori?" si chiede Minguzzi. "In primo luogo assolutamente impedire il sottocosto, per il resto il mercato viene regolato dalla legge della domanda e dell'offerta; però occorrerebbe limitare la scontistica al 3-5%".

"Quanto all'art.62 – conclude Minguzzi – si può dire: fatta la legge trovato l'inganno. Spesso infatti l'art. 62 viene bypassato da accordi con prezzo da determinare che portano a ritardare legalmente il pagamento, ben oltre i termini previsti dalla legge".

Fonte: Celox - Fruitimprese Emilia-Romagna