INQUINAMENTO E CONTAMINAZIONE, RISCHI MINIMI PER FRUTTA E VERDURA: E' BENE SAPERE CHE...

INQUINAMENTO E CONTAMINAZIONE, RISCHI MINIMI PER FRUTTA E VERDURA: E' BENE SAPERE CHE...
Negli ultimi anni importanti zone orticole e frutticole d'Italia sono state coinvolte in scandali e inchieste legate all'inquinamento. Tra le tante, i casi in Campania e in Puglia, nel Tarantino. I produttori ortofrutticoli di queste zone sono stati oggetto di grande esposizione mediatica e la reputazione delle loro produzioni di qualità è stata danneggiata. Eppure molte analisi sul campo smentiscono i polveroni mediatici sulla sicurezza alimentare (cfr. Italiafruit del 10 Ottobre 2013). Allora dove viene a mancare la sicurezza alimentare e quali sono i pericoli reali per l'ortofrutta di queste aree?
E' utile fare chiarezza su tre aspetti, per rendere giustizia ai nostri produttori e per una gestione consapevole del business dell'ortofrutta, senza voler sminuire i - rari - casi di colpevole e consapevole contaminazione.

1)    Un suolo inquinato porta sempre o spesso ad un frutto inquinato? No, l'assorbimento radicale delle colture è selettivo per molte sostanze, e nella maggior parte dei casi porta un raccolto sicuro.
2)    Se la produzione casearia o avicola di un'area inquinata è risultata contaminata, si può presumere che anche le produzioni frutticole del posto siano anch'esse contaminate? No, i processi di assorbimento foliare e radicale in biologia vegetale sono più selettivi rispetto a quelli animali. Inoltre gli animali possono accumulare livelli di inquinanti molto superiori, come dai principi del Bioaccumulo nella piramide alimentare, perciò non è corretto assumere che un allarme di contaminazione animale sia sintomo di contaminazione nell'ortofrutta locale.
3)    Quanto sono circoscritte e sicure le aree coinvolte dagli scandali ambientali?
a)    Nel caso di inquinamento aereo - da polveri o gas, es. incendi, fumi con diossina, polveri sottili e metalli -, gli areali realmente suscettibili di inquinamento oltre i livelli delle stringenti normative Europee sono piuttosto ristretti. Le distanze di sicurezza e le aree frutticole realmente a rischio sono da valutare caso per caso, in base a fattori climatici, ambientali e geo-morfologici: quasi sempre saranno entro poche centinaia di metri o, per le fonti inquinanti più grandi e costanti (es. complessi industriali siderurgici), di pochi chilometri. È sicuramente errato generalizzare il concetto sull'intera Provincia o Comune. Inoltre una pianta contaminata non assorbe o assimila una inquinante depositato sulle foglie, che si potrebbero eliminare con una semplice copertura di protezione preventiva o un lavaggio in campo o in post-raccolta.
b)    Nel caso di inquinamento della falda acquifera - es. metalli pesanti -, bisogna considerare a rischio solo le colture irrigue relativamente vicine (in base all'idro-geomorfologia) alla fonte inquinante, e comunque solo quelle dove un'irrigazione a pioggia da acque freatiche colpisca direttamente la parte commercializzata della pianta. Anche nelle aree con rischio comprovato le nuove normative Italiane, che esigono analisi semestrali delle acque di irrigazione, potranno rilevare con prontezza la bontà delle acque utilizzate e fugheranno dubbi sulla potenziale contaminazione.

Vincenzo Perrini
Marketing Specialist

vincenzo@italiafruit.net

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