IL MAGGIORE COMPETITOR DEL FRUTTICOLTORE SI CHIAMA CLIMA ... CON UGO PALARA, RESPONSABILE UFFICIO TECNICO AGRINTESA

IL MAGGIORE COMPETITOR DEL FRUTTICOLTORE SI CHIAMA CLIMA  ... CON UGO PALARA, RESPONSABILE UFFICIO TECNICO AGRINTESA
Bianchi – L’anomalo andamento climatico primaverile portava il CSO a metà giugno a prospettare una produzione di pesche e nettarine in calo del 7% a livello nazionale rispetto al 2012. A questo proposito, ci può fornire un aggiornamento sul livello di sviluppo della campagna di Agrintesa rispetto alla media? Quali sono le previsioni per il prosieguo della stagione?

Palara – Il livello produttivo per pesche e nettarine, così come succede per tutte le drupacee, si mantiene sotto al potenziale dei nostri impianti. Oggi è difficile fare una stima puntuale poiché la situazione è molto diversificata a seconda dei territori e delle cultivar. Il calo, per esempio, è più accentuato per quei territori collinari che l’anno scorso hanno subito maggiormente i danni della siccità rispetto ad altre zone. Possiamo comunque dire che la riduzione dell’offerta in Agrintesa, in media, va dal 10 al 20% rispetto alla campagna 2012 (in relazione anche al calo delle superfici investite).
Le difficoltà produttive di quest’anno dipendono innanzitutto dalla forte siccità dell’anno scorso, accompagnata ad un caldo opprimente, che può avere influito sulla differenziazione delle gemme. Le piogge ricorrenti di questa primavera, che stanno andando avanti tutt’oggi, ci creano inoltre non poche difficoltà di natura fitopatologica in campagna con marciumi provocati dalle monilie. 
In casa Agrintesa il problema della grandine quest’anno non è stato devastante sia perché le superfici protette stanno aumentando, sia perché le grandinate hanno colpito soprattutto aree marginali.
L’annata è diametralmente opposta a quella del 2012 anche sul fronte delle pezzature: l’anno scorso la siccità ci ha impedito di fare i calibri grossi, 2A in particolare; quest’anno i calibri sono tutti spostati verso l’alto rispetto al 2012. 
Prevediamo che la stagione delle pesche e nettarine finirà così come è iniziata, con una fruttificazione inferiore al potenziale. Di conseguenza, ci aspettiamo un’offerta equilibrata e pezzature buone fino al termine della campagna.



Bianchi – Già da oggi si sta delineando soprattutto in Emila Romagna un elemento di grande positività legato alla conversione varietale relativa a pesche e nettarine, orientata verso cultivar di sempre più elevato valore qualitativo e gustativo che dovrebbe avere interessanti effetti sui consumi interni e sul valore del prodotto. In questo contesto, come si muove l’offerta varietale di Agrintesa? Avete in programma di lavorare sulle pesche tabacchiere?

Palara – In Agrintesa l’assetto varietale di pesche e nettarine va decisamente verso il materiale a gusto dolce. Consigliamo ai nostri produttori non più di 10-12 varietà per tre mesi di calendario perché è importante non mescolare l’offerta: servono poche varietà – mediamente una ogni 8-10 giorni – omogenee dal punto di vista della forma e dal sapore, per dare così continuità di offerta.
Tra le varietà di nettarine più importanti abbiamo Big Bang, Carene, la serie Honey, Big Top. Stiamo poi guardando con grande interesse anche ad altre nuove cultivar di origine italiana e romagnola come la serie Romagna, Pit Late, Gea così altre della serie Honey a maturazione tardiva.
Sul fronte delle pesche, l’asse portante di tutta la nostra stagione sono le varietà del gruppo Royal (Royal Summer, Royal Delicious, Royal Jim, ecc.), che hanno effettivamente portato in campagna uno standard eccellente di qualità, colore e produttività. Nel precoce stiamo guardando a Sugar Time; per il periodo intermedio consigliamo ancora Grenat, varietà molto rustica e produttiva, mentre nel tardivo abbiamo introdotto da un paio d’anni Corindom, ottenendo risultati interessanti per la fine di agosto.  
In Emilia Romagna c’è una forte tendenza a preferire varietà del periodo medio tardivo perché fondamentalmente sono quelle che garantiscono rese e calibri più elevati.
Nei prossimi mesi partiremo con un piano controllato di impianti per le pesche piatte. Il nostro orientamento sarà quello di selezionare alcune varietà a polpa bianca e buccia vellutata che abbiano una buona tenuta di maturazione e che non presentino problemi di spaccatura del frutto (cracking).
 
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