Attualità
Valichi chiusi: trasporti bloccati e merci deperibili ferme nei depositi
Scordamaglia (Filiera Italia): «A rischio il nostro export»
Sono molte le difficoltà che il sistema dei trasporti sta riscontrando ai valichi alpini: le già note limitazioni nel tunnel del Gottardo, l’interruzione della linea ferroviaria del Frejus, le interruzioni già programmate per lavori sulla linea del Brennero adesso vengono aggravate dalla frana che si è abbattuta domenica sull’autostrada A43 nella Savoia francese (comportando l’interruzione parziale del traffico stradale verso sud e la sospensione del flusso ferroviario tra Francia e Italia). Tutto questo riaccende l’attenzione su un tema strettamente connesso: a partire da lunedì prossimo il tunnel del Monte Bianco, da cui passano circa 4600 camion al giorno, resterà chiuso per 15 settimane consecutive.
“La chiusura di questi collegamenti fondamentali con i nostri principali mercati di esportazione rischia di tagliare il nostro export e di avvantaggiare altri paesi come la Spagna” chiarisce l’amministratore delegato di Filiera Italia Luigi Scordamaglia.
Da est a ovest, ogni anno, passano per l’arco alpino italiano oltre 170 milioni di tonnellate di merci, il 60% di quanto il Paese importa ed esporta da e verso il resto del mondo. Ora, l’avvicendarsi di eventi avversi e di criticità già note pone il rischio concreto di blocchi e colli di bottiglia, con conseguenze dirette sul tessuto economico, in particolare per il comparto record dell’ agroalimentare, che del settore è il capofila dopo aver raggiunto i 60,7 miliardi nel 2022 ed aver registrato un +8% che nei primi cinque mesi di quest’anno.
Quasi i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane interessano i Paesi dell’Unione Europea, e vengono raggiunti principalmente attraverso i valichi alpini. L’88% delle merci che in Italia viaggia infatti su gomma: “Non si può continuare a puntare su un asset così fondamentale per l’economia del paese senza investire adeguatamente in infrastrutture logistiche; la necessità è di cambiare un paradigma che ha portato negli anni a far viaggiare l’85% delle nostre merci su gomma”.
Conclude Scordamaglia: “Bene in questo senso gli investimenti del PNRR destinati alla logistica, mirati a ridurre il costo ad oggi più alto in Europa, quello del trasporto pesante pari a 1,12 € a km. Essenziale anche che questi investimenti vengano esclusi dal conteggio del debito pubblico nel prossimo patto di stabilità UE".
Fonte: Ufficio stampa Filiera Italia