Dal campo
Uva da tavola, si intravede il sereno sulle quotazioni
Prodotto di importazione e Peronospora mettono però pressione
Siamo agli albori della campagna dell’uva da tavola 2023 e già le sfide non sono mancate, soprattutto quelle legate al clima, che ha messo a dura prova i vigneti del Sud Italia. Tanta pioggia durante la fase di ingrossamento dei grappoli ha acuito diversi problemi legati alle fitopatologie, come la Peronospora.
A raccontare a IFN le prospettive per la stagione che verrà è il produttore siciliano Giuseppe Tumino, che ha i suoi appezzamenti nell’areale di Mazzarrone (Catania). “Dopo l’anno scorso, eravamo certi di dover affrontare una stagione complessa. Il problema più grande è stato sinora il clima che, dopo aprile, non ha dato tregua, con vento e pioggia, creando un clima ideale per gli attacchi fungini. La Peronospora sta diventando uno spettro per le nostre aziende di produzione, tante sono state le segnalazioni. Inoltre, con i vigneti fradici di acqua, è stato del tutto impossibile fare gli opportuni trattamenti”.
Volumi ridotti sia sotto serra che a campo aperto. “Le produzioni coperte hanno avuto una riduzione del 30-40% e, anche a campo aperto, i quantitativi sono più bassi. I primi stacchi sono già arrivati in mercato, ma a causa del clima autunnale sono passati in sordina, come tutta la frutta di stagione. Con l’aumento delle temperature, però, le quotazioni dovrebbero risalire. A livello commerciale sembra ci siano segnali di risveglio, con prezzi che si aggirano sui 3 euro al chilo, anche se si teme la concorrenza dell’uva di importazione. A livello qualitativo il prodotto è buono ma dobbiamo sperare non vi siano ulteriori piogge”.