Dal campo
Uva da tavola, partenza sprint per Apofruit
Guidi: «Precocità record e alta qualità stanno favorendo le vendite nei mercati internazionali»
È ai nastri di partenza la campagna uva da tavola per Apofruit, con i primi tagli iniziati già a metà della scorsa settimana e i mercati europei pronti a ricevere i grappoli italiani. Ne abbiamo parlato con Marcello Guidi, responsabile del mercato Estero per Apofruit Italia e country manager per le uve da tavola.
“La campagna quest’anno è estremamente precoce, quasi da record – spiega Guidi a IFN – e si conferma con un anticipo produttivo di circa una quindicina di giorni per l’areale pugliese, dove sviluppiamo la maggior parte della nostra produzione. Siamo presenti anche sull’areale siciliano ma solo per quanto riguarda le varietà tardive”.
Gli investimenti varietali
La gamma varietale per la cooperativa è già completa e si stanno tagliando sia varietà bianche, che rosse e nere. “Abbiamo visto il primo anno di produzione di Ruby Rush, che è una varietà molto promettente, grazie al suo grado Brix elevato – dice Guidi – i produttori hanno avuto ottimi riscontri e le altre varietà non reggono il confronto; nei prossimi anni continueremo ad investire sul segmento precoce”.
Allo stesso tempo gli investimenti continuano con la varietà tardiva AutumnCrisp e Kelly: “Per AutumnCrisp permane un’attenzione altissima, sia da parte dei produttori che dei mercati internazionali, mentre Kelly rappresenta il segmento più tardivo considerato che viene tagliata a inizio novembre”.
Sul segmento rosse, Apofruit continua a puntare su Scarlotta, Timco e Allison.
Nonostante le avversità metereologiche registrate negli ultimi mesi in tutta Italia, l’areale pugliese è riuscito a salvarsi dalle grandi piogge e oggi il livello qualitativo dell’uva è alto.
“Rispetto all’anno scorso, quest’anno possiamo contare su una qualità migliore e questo ci fa ben sperare per il proseguo della campagna – commenta Guidi – mentre i nostri produttori in Sicilia sono dotati di pozzi artesiani di proprietà, per cui al momento riescono a sfuggire il dramma della siccità”.
Il mercato
Il mercato, sia italiano che estero, ha accolto con grande interesse i primi carichi di uva. Una situazione a cui contribuisce anche la situazione egiziana: “A causa della precocità della stagione, la produzione del Paese africano è già nella fase finale e presenta qualche problema in termini di qualità. Tant’è che alcuni operatori che utilizzavano il loro prodotto, hanno richiesto uva italiana” dice Guidi.
Da considerare anche il fattore Spagna, dove si registra un anticipo produttivo proprio come in Italia e i quantitativi sembrano essere in linea con quanto richiesto dai mercati.
Tornando ad Apofruit, la cooperativa supererà quest’anno 100 mila quintali di uva, tra prodotto convenzionale, valorizzato anche con il marchio di alta qualità come Solarelli, e biologico (che vale il 30% sul totale uve), anche grazie agli apporti del partner storico O.p. Terra di Bari.
“Poter lavorare con un prodotto sano e di qualità, agevola l’inserimento negli assortimenti della distribuzione – specifica Guidi – in più abbiamo avuto una partenza favorevole con prezzi più alti dell’anno scorso perché sul segmento precoce c’è mancanza di Sugraone. La campagna è solo agli inizi ma le premesse qualitative sono incoraggianti.(gc)
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