Dalla distribuzione
Unicoop Tirreno smentisce le presunte chiusure a Roma
«Fuga di notizie errate alla base del caos mediatico»
In diverse testate locali della Capitale, trapelavano nei giorni scorsi notizie riguardo la chiusura dei supermercati di Unicoop Tirreno e il successivo passaggio al Gruppo Gabrielli, titolare del marchio Tigre. Ovviamente la notizia non è passata inosservata all'opinione pubblicata dato che si parlava di 800 lavoratori coinvolti. Gli organi di stampa affermava che sarebbero rimasti solo 7 supermercati ad insegna Coop della cooperativa Unicoop Tirreno e si prospettava un passaggio di consegne al gruppo Tigre in un paio di settimane.
Ma la smentita da Unicoop Tirreno non si è fatta attendere." I nostri supermercati romani continuano la loro attività nella capitale - affermano dalla cooperativa. Fuga di notizie ed errori giornalistici alla base del caos mediatico di lunedì 3 aprile".
Unicoop Tirreno smentisce quanto erroneamente riportato da alcuni organi di stampa. La cessione in atto riguarda 54 supermercati della catena “Distribuzione Roma” da parte di Coop Alleanza 3-0 (con sede a Bologna) al Gruppo Gabrielli di Ascoli Piceno (insegna Tigre).
La presenza di Coop a Roma è garantita e confermata da Unicoop Tirreno, la cooperativa di consumo con sede a Piombino (LI) e presente in Toscana, Lazio e Umbria con 96 supermercati, di cui otto negozi a Roma (Ruderi di Torrenova, Largo Agosta, via Bettini, Via Laurentina, Colli Aniene, Ipercoop Euroma2, Ipercoop Casilino) 5 supermercati gestiti in franchising e una rete di 100.000 soci Coop. Altre due cooperative di consumatori presidiano la città di Roma con 14 supermercati Doc (insegna affiliata di Unicoop Firenze) e 5 punti vendita Super Conti gestiti da Coop Centro Italia. Sempre su Roma resta attivo il servizio di consegna on-line EasyCoop. "Lunedì 3 aprile una fuga di notizie ed errori madornali da parte di giornalisti con le fregole (che non ci hanno contattato e non hanno verificato le fonti) hanno ingenerato una serie di fraintendimenti che hanno attecchito su social e chat, soprattutto tra colleghi e soci giustamente preoccupati e in cerca di rassicurazioni e chiarimenti" concludono da Piombino.