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Un’annata sfidante ma di qualità: la campagna ciliegie entra nel vivo
Enrico Bucchi (Valfrutta Fresco): “Prodotto eccellente e richiesto. Dinamiche di mercato da gestire con responsabilità”

In un'annata caratterizzata da una forte contrazione dell’offerta a livello europeo, la campagna cerasicola 2025 si presenta come una sfida e al contempo un’opportunità per i produttori italiani. In particolare, nell’areale dell’Emilia-Romagna, cuore pulsante della produzione nazionale, la raccolta è entrata nel vivo con un prodotto di qualità eccellente e una domanda sostenuta, soprattutto per le ciliegie certificate IGP. Abbiamo approfondito la situazione con Enrico Bucchi, Direttore Generale di Valfrutta Fresco, che ci ha fornito un quadro dettagliato. Dalla gestione commerciale della stagione in corso, alle prospettive di sviluppo in Romagna, fino al rinnovo varietale e alle strategie di valorizzazione lungo la filiera, Bucchi offre una panoramica chiara e concreta su come affrontare un’annata complessa, ma ricca di spunti strategici.
Tra le novità, anche il lancio del primo “Cherry Day”, in programma il 12 giugno, pensato per raccontare dal vivo l’eccellenza della filiera cerasicola emiliano romagnola.
Fabrizio Pattuelli – Ci può fare una panoramica a livello commerciale di quanto successo finora?
Enrico Bucchi – La campagna ciliegie 2025 nell’areale dell’Emilia-Romagna è entrata nel vivo in un contesto produttivo e di mercato particolarmente delicato. Sul piano qualitativo, i frutti si presentano eccellenti: pezzatura, croccantezza e gusto sono perfettamente in linea con le aspettative. In termini di volumi, siamo in linea con il potenziale dei nostri soci e stimiamo una produzione di circa 24.000 quintali mentre, guardandoci attorno, vediamo altri grandi areali produttivi –Spagna, Turchia, Puglia – in seria difficoltà e con disponibilità davvero ridotte. In questo scenario, il mercato sta registrando una forte pressione sull'offerta, soprattutto per il prodotto di alta qualità certificato come la ciliegia di Vignola IGP. Le quotazioni sono sostenute, ma è bene ricordare che non si tratta di una dinamica speculativa: è l’equilibrio tra scarsità dell’offerta e richiesta elevata a determinare l’andamento dei prezzi.
Dal punto di vista commerciale, stiamo gestendo la situazione con realismo e responsabilità. Avevamo pianificato attività promozionali per supportare la campagna, ma lo scenario di mercato richiedere di procedere con grande prudenza. Il nostro obiettivo, come sempre, è quello di garantire la massima valorizzazione del prodotto disponibile, mantenendo un dialogo costante con la distribuzione per costruire percorsi coerenti con il contesto attuale. In questo quadro, la capacità di garantire continuità, tracciabilità e standard elevati diventa ancora più importante. Le ciliegie provenienti dalle nostre filiere certificate, come quelle di Vignola, restano una garanzia per il consumatore e un punto fermo per la Gdo, ancor di più in una stagione sfidante come questa.

Pattuelli – Cosa si prospetta nei prossimi giorni? Quando pensate di terminare?
Bucchi – In questa fase della campagna, l’attenzione è massima: teniamo costantemente gli occhi puntati al cielo, perché è noto che anche in fase di raccolta gli episodi di pioggia intensa possono compromettere la qualità dei frutti. Nonostante le incertezze meteo, però, la raccolta e il conferimento stanno procedendo con regolarità, grazie all’esperienza e alla professionalità dei nostri produttori, che gestiscono ogni fase con grande cura, a partire dallo stacco dei frutti in campo. La presenza di un’ampia gamma varietale, sia in Romagna sia nell’areale modenese di Vignola, ci consente di strutturare una campagna lunga e ben distribuita, che copre circa 50 giorni di calendario commerciale. Questo ci permette di garantire continuità di fornitura ai clienti e di accompagnare il mercato fino a inizio luglio, salvo imprevisti legati all’andamento climatico.

Pattuelli – A livello produttivo il cuore della vostra offerta è dato dai soci Agrintesa, con la produzione di Vignola, e, al contempo sta crescendo anche la Romagna. Pensate che le superfici possano svilupparsi ulteriormente nei prossimi anni? Su quali varietà state puntando?
Bucchi – Il cuore della nostra offerta cerasicola resta l’areale di Vignola, dove i nostri soci detengono oltre il 50% della produzione certificata IGP, ma è altrettanto vero che negli ultimi anni stiamo assistendo a uno sviluppo significativo anche in Romagna, tra le province di Ravenna e Forlì-Cesena. Parliamo di zone ad altissima vocazionalità frutticola, che rappresentano per noi una straordinaria opportunità per consolidare e diversificare l’offerta. Questa espansione ci consente, da un lato, di ridurre i rischi legati agli eventi climatici estremi, e dall’altro, di posizionare ogni varietà nell’ambiente più idoneo, massimizzandone le performance produttive e qualitative grazie anche al supporto di un know-how tecnico consolidato.
Sul piano varietale, da diversi anni stiamo portando avanti un percorso di rinnovamento importante, che ci consente di essere più competitivi lungo tutto l’arco della stagione. Già nel periodo precoce, accanto alla storica Bigarreau, stiamo introducendo da qualche anno nuove varietà molto performanti come Nimba e Royal Tioga, con l’obiettivo di innalzare ulteriormente gli standard qualitativi. Si tratta di scelte strategiche che maturano attraverso collaborazioni consolidate con i principali breeder a livello mondiale. Per i nostri soci, la ciliegia continua a rappresentare una coltura di riferimento, e i segnali che arrivano dal territorio confermano che lo sviluppo delle superfici è destinato a proseguire anche nei prossimi anni.

Pattuelli – In che modo valorizzate la produzione dei vostri soci?
Bucchi – Le ciliegie sono nel DNA di Agrintesa, nostra cooperativa di riferimento, e rappresentano da sempre una delle produzioni simbolo del nostro lavoro. Questa identità si è consolidata negli anni grazie all’altissima specializzazione dei soci produttori e a una visione industriale orientata all’innovazione e alla qualità messa in campo dalla cooperativa. Oggi possiamo contare su oltre 380 ettari coltivati, in larga parte nell’areale di Vignola – cuore della produzione IGP – e in Romagna, dove la cerasicoltura sta vivendo un’evoluzione straordinaria. La valorizzazione parte dal campo, con investimenti mirati su strutture e tecniche di difesa attiva – teli antipioggia, reti antinsetto, protezioni antigrandine – che oggi coprono una quota molto rilevante dei ceraseti (circa 40%). Questa strategia ha permesso anche in annate complesse, come anche quella in corso, di preservare qualità e continuità della fornitura. I nostri produttori sono seguiti quotidianamente dai tecnici Agrintesa lungo tutte le fasi della coltivazione.
Ma la valorizzazione passa anche attraverso la tecnologia: il nostro stabilimento di Castelfranco Emilia è uno dei più avanzati in Italia. È stato tra i primi a dotarsi, nel 2016, delle linee Unitec per la selezione ottica, e nel 2021 abbiamo completato un ulteriore potenziamento con l’introduzione della tecnologia Cherry Vision 3.0, raddoppiando le capacità di lavorazione fino a 80 quintali/ora. Ogni frutto è selezionato per colore, pezzatura e assenza di difetti, e sottoposto a pre-raffreddamento tramite hydrocooler per assicurare shelf life e qualità organolettica. Grazie a questo sistema integrato – dalla campagna alla lavorazione – oggi siamo in grado di rispondere in modo capillare e puntuale alle richieste della Gdo nazionale, con confezioni sostenibili in R-PET e una forte attenzione anche al segmento premium, spesso con linee a marchio del distributore. Il marchio IGP rappresenta il cuore della nostra offerta: è garanzia di origine, qualità e distintività, e ha ormai assunto il valore di un vero e proprio brand per il consumatore finale.
Infine, sempre in termini di valorizzazione delle nostre ciliegie, sono felice di annunciare che il 2025 terrà a battesimo anche il nostro primo “Cherry day”, il prossimo 12 giugno. Abbiamo pensato ad un momento dedicato principalmente ai media per permettere ai giornalisti (e a qualche partner) di scoprire la nostra filiera cerasicola di eccellenza, toccando con mano le diverse fasi, dal campo alla lavorazione proprio nel magazzino di Castelfranco Emilia. Sarà l’occasione per fare il punto sulle sfide produttive e sulle prospettive di mercato per la stagione in corso.
Pattuelli – Come si sta e volvendo la vendita di ciliegie nel punto vendita? Il prodotto di alta gamma venduto come cioccolatino può farsi strada?
Bucchi – La categoria offre interessanti possibilità di segmentazione e l’evoluzione degli assortimenti in distribuzione ce lo stanno raccontando: l’apertura di campagna con confezioni dalla grammatura ridotta permettono ad esempio di distribuire la primizia contenendo la battuta di cassa e preparando il consumatore per il clou della stagione. Il packaging ci permette di comunicare il grande lavoro che c’è dietro questo fronte e in prospettiva, con l’arrivo di nuove varietà, sarà un elemento sempre più strategico. La ciliegia venduta come un cioccolatino è una suggestione interessante, ma è importante coniugare sempre il premium con l’accessibilità: in tal senso lavoriamo con le padelle monostrato, che trasmettono il valore dei frutti e aiutano a preservare il prodotto, consentendo così di portare in tavola ciliegie dalle caratteristiche gustative straordinarie, senza sprechi, appagando sia l’occhio che ovviamente il palato.



















