Un killer al servizio dei campi: in Italia arriva la cimice assassina

Predatore efficace contro i parassiti, ma la sua diffusione va tenuta sotto controllo

Un killer al servizio dei campi: in Italia arriva la cimice assassina

Nei campi italiani c’è un nuovo predatore naturale che potrebbe aiutare gli agricoltori nella lotta contro afidi, mosche della frutta e sputacchina: si chiama Zelus renardii, meglio conosciuto come “cimice assassina”. Un nome che incute timore, ma dietro cui si nasconde un potenziale alleato per l’agricoltura sostenibile.
Arriva dagli Stati Uniti e ora caccia anche nei nostri campi. Non è la solita cimice che invade le case in autunno. Zelus renardii, meglio conosciuta come “cimice assassina”, è un eterottero predatore originario del Nord America che negli ultimi anni si è diffuso in diversi territori italiani, trovando nei nostri ambienti agricoli e urbani condizioni ideali per prosperare.

Fonte: Wikipedia; Goula Marta, Sesma José-Manuel, Vivas Luis (2013)

Un predatore vorace nei campi
Lungo poco più di un centimetro, dal corpo slanciato e dalle zampe anteriori ricurve che ricordano piccole pinze, questo insetto si muove rapidamente tra colture e siepi alla ricerca di prede. Il suo metodo di caccia è efficace e brutale: immobilizza l’insetto con una sostanza collosa secreta dalle zampe, poi lo perfora con il rostro per nutrirsi dei suoi liquidi interni.
Proprio questa voracità lo rende interessante per il comparto agricolo. Zelus renardii infatti attacca afidi, mosche della frutta e anche la sputacchina, insetto vettore della Xylella fastidiosa, una delle fitopatie più temute dagli olivicoltori italiani. Diversi studi scientifici – tra cui quelli condotti dall’Università di Bari – come si legge su Il Messaggero -  sottolineano il suo potenziale come “alleato naturale” nella lotta integrata contro i parassiti.

Fonte: Wikipedia; Università del Texas ad Austin

Opportunità e rischi da valutare
La presenza della cimice assassina nei campi può quindi favorire un minor ricorso ai trattamenti chimici e contribuire al mantenimento dell’equilibrio biologico. Tuttavia, la sua estrema adattabilità solleva anche interrogativi: trattandosi di una specie introdotta, è necessario monitorarne la diffusione per comprendere l’impatto sugli ecosistemi locali e sugli insetti utili autoctoni.
Per le persone, Zelus renardii non rappresenta un pericolo sanitario: non trasmette malattie né si nutre di sangue. Ma va ricordato che, se disturbato o schiacciato, può difendersi mordendo. La puntura è stata descritta come particolarmente dolorosa, simile – se non superiore – a quella di un’ape, con conseguente gonfiore, arrossamento e prurito che possono durare anche diversi giorni.
L’arrivo di questo insetto segna un nuovo capitolo nella complessa gestione delle colture in Italia. La “cimice assassina” potrebbe rivelarsi un prezioso alleato nella difesa delle piante, ma la sua diffusione va seguita con attenzione per evitare squilibri ecologici e spiacevoli conseguenze per chi lavora o frequenta i campi.

Fonte foto apertura: Wikipedia