Tutti ai piedi dell’uva Italia

Gianni Raniolo: «A Mazzarrone da anni non si respirava tanta fibrillazione»

Tutti ai piedi dell’uva Italia

Dopo la débâcle della stagione dell’uva da tavola 2022, qualcuno con poca prudenza, aveva sancito la fine delle uve tradizionali: lasciare spazio alle seedless e accantonare le coltivazioni storiche. Ma la stagione in corso ha messo a tacere tanti detrattori.

“Seme o senza seme”, il dubbio amletico ha creato delle diatribe all’interno del comparto, ma forse inutili, perché con i volumi adeguati c’è spazio per tutti. Questi mesi ci hanno mostrato che è possibile far coesistere le varietà e quanto, ancora, le uve tradizionali abbiano un appeal notevole sul mercato.

Dopo gli ultimi due mesi di campagna possiamo dire che sono tutti ai piedi dell’uva Italia: qualità che ricorda i vecchi fasti e le richieste sono incessanti con quotazioni in costante crescita.

Gianni Raniolo, presidente del Consorzio di Tutela dell'Uva di Mazzarrone Igp racconta a IFN l’ascesa della stagione. “Diciamo che abbiamo iniziato con gli strascichi della stagione passata e il clima dei primi mesi estivi non ci ha lasciato tranquilli. Inoltre, abbiamo fatto i conti con un forte attacco della peronospora che ha intaccato diversi lotti”.

I timori si sono dileguati con l’aumento delle temperature
“Abbiamo avuto un calo produttivo del 20-30% che, in parte, si è rivelato uno scenario positivo; l’offerta più contenuta ha risvegliato la domanda. Ma il prodotto grazie alle temperature prolungate ha espresso al massimo il potenziale: l’uva Italia ha avuto un’invaiatura perfetta, il tipico sapore di moscato e un grado brix che tocca vette di 22-23°”.

“Il calendario delle uve da tavola si allungherà nei prossimi anni - precisa Raniolo – e il nostro intento sarà di allargare il paniere delle varietà offerte. Ma l’ago della bilancia sono i volumi offerti, bisogna creare un equilibrio affinché la domanda sia sempre vivace”. 

La campagna giunge spedita quasi alla fine e pochi grappoli arriveranno sotto l’albero di Natale, tranne qualche lotto che verrà riservato per l’ultimo di giorno dell’anno.

“Non possiamo nascondere la soddisfazione, da quattro o cinque anni non si viveva una stagione simile. Le richieste sono continue e le quotazioni si mantengono stabili. I prezzi in campagna si aggirano attorno 1,00 euro al chilogrammo, rispetto all’anno scorso sono quasi il doppio. Non manca che goderci la volata finale”.