Turchia: il cambiamento climatico e l’aumento dei costi impongono nuove strategie produttive

Sempre più coltivatori scelgono colture più sicure come grano, mais e cotone

Turchia: il cambiamento climatico e l’aumento dei costi impongono nuove strategie produttive

Negli ultimi anni, il cambiamento climatico e l’aumento dei costi hanno avuto un impatto sempre più pesante sull’agricoltura turca, spingendo molti coltivatori a ripensare le loro scelte produttive verso colture che richiedono meno investimenti e meno manodopera, come grano, mais e cotone. 
Secondo quanto riportato dal quotidiano Hurriyet Daily News, il caldo anomalo e le inondazioni hanno ridotto in modo significativo la produzione di alcune colture tradizionali e, una delle conseguenze più evidenti di questa crisi, è l’aumento dei prezzi delle verdure di stagione, che quest’anno hanno toccato livelli record, soprattutto per cavoli, cavolfiori, broccoli, porri e spinaci.

Mehmet Akın Doğan, presidente della Camera dell’Agricoltura della provincia di Adana, nel distretto di Yüreğir, ha evidenziato come gli agricoltori della regione di Çukurova abbiano subito grosse perdite su colture come il cocomero e il pomodoro. Tuttavia, anche la produzione di agrumi è stata messa in difficoltà dalle condizioni climatiche imprevedibili. “Questi prodotti richiedono molta manodopera e denaro per essere coltivati - ha spiegato Doğan - e con i cambiamenti climatici in corso, diventa impossibile fare previsioni affidabili sulla stagione.”
 
La situazione non è migliore nella regione dell’Egeo, dove, secondo Abdullah Şenol, presidente della Camera dell’Agricoltura del distretto di Turgutlu (Izmir), la varietà delle coltivazioni si sta riducendo drasticamente. “Molti agricoltori non sono riusciti a vendere i loro prodotti nella scorsa stagione, mentre i loro debiti sono aumentati - ha dichiarato Şenol - e di fronte ai costi elevati per la coltivazione di ortaggi, alcuni hanno deciso di passare alla produzione di grano, che è meno onerosa, mentre altri si stanno orientando verso il mais.” (gc)

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