Il meglio di IFN
Trimestre antinflazione: l’ortofrutta sfida le leggi dell’economia
Aumentano i prezzi, ma aumentano anche le quantità, mentre nell’Lcc l’inflazione si arresta
Le analisi condotte dal Monitor Ortofrutta di Agroter nei mesi coinvolti dalle iniziative promozionali del carrello tricolore evidenziano un certo effetto sui prezzi medi e, di conseguenza, anche sui volumi venduti per Lcc. Tra i reparti, si può notare come anche il fresco e la drogheria abbiano beneficiato del rallentamento dell’inflazione, con volumi in crescita rispetto ai primi nome mesi dell’anno. Anche l’ortofrutta Lcc ha andamenti simili a volume, anzi migliorativi, ma i prezzi medi – al contrario di ciò che ci si poteva aspettare – crescono. L’effetto deriva da una concomitanza di variabili legate alle singole categorie, ma il risultato finale sfida un po' le leggi dell’economia.
Il trimestre antinflazione, con le iniziative promozionali comunicate col carrello tricolore, ha preso vita negli ultimi tre mesi del 2023, quindi da ottobre a dicembre. In questo lasso di tempo, le attività messe in atto hanno mostrato un effetto concreto, misurabile nella variazione delle vendite nel trimestre in esame, rispetto ai nove mesi precedenti.
Il Largo consumo confezionato (Lcc), ad esempio, mostra un cambiamento di segno, misurato in un -2% dei volumi nel periodo gennaio-settembre, rispetto a un pareggio degli stessi in coda d’anno. Ovviamente, la maggior parte dei reparti dell’Lcc si comportano in modo simile, come – ad esempio – avviene per il fresco (rispettivamente +2% e +5% a volume) o per la drogheria alimentare (leggermente in negativo e poi in crescita del +2%). E l’ortofrutta? Anche frutta e verdura a peso imposto mostrano un miglioramento dei trend a quantità: -3% tra gennaio e settembre e +3% tra ottobre e dicembre, quindi anche con un delta punti superiore rispetto ai casi precedentemente analizzati.
Clicca qui per ingrandire la slide.
Tuttavia, le iniziative promozionali non prevedevano i prodotti freschi nel paniere delle categorie, in primis l’ortofrutta, difatti il trend dei prezzi medi suggerisce come sia stato mantenuto quanto stabilito: a fronte di una importante flessione dei prezzi medi sia per l’Lcc (dal +12% al +2%), che per il fresco (anche se più ridotta: +8% e +5%) e la drogheria alimentare (in modo più simile all’Lcc: +13% e +6%), l’ortofrutta a peso imposto aumenta i prezzi medi dal +9% nei primi nove mesi a un +10% negli ultimi tre.
Clicca qui per ingrandire la slide.
Tra le categorie che hanno aiutato maggiormente nella crescita dei volumi, troviamo - in ordine di peso sulle vendite di ortofrutta Lcc - le patate (da -3% a -2%), le mele (da un pareggio a un +4%), la IV Gamma (-5%, +1%), le carote (da un pareggio dei volumi a un +5%), i pomodori (-2%, +9%), e una serie di altri prodotti a mano a mano meno vendenti ma che, nell’insieme, hanno aiutato ad ottenere il risultato a volume. Nella chart qui sotto vedete l'andamento dei prodotti più significativi.
Clicca qui per ingrandire la slide.
Sul fronte dei prezzi medi, le famiglie di prodotti del peso imposto che hanno mostrato la crescita maggiore sono state: le mele (+11% e +13%), le cipolle (che non hanno incrementato i prezzi, già alti, che ma pesano molto sull’ortofrutta Lcc), l’uva (+27%, +32%) e, soprattutto, i kiwi (-1%, +17%) e le pere (+4%, +50%). Queste ultime hanno subito l’effetto di due campagne molto diverse nel corso del 2023, di cui quella in corso molto complicata in termini di volumi disponibili. Poi, come nel caso dei volumi, anche nei prezzi si osserva la crescita di questi in una serie di altri prodotti minori, ma che nell’insieme hanno contribuito a mantenere un effetto inflattivo per la categoria anche nella conclusione dell’anno.
Clicca qui per ingrandire la slide.
In sintesi, a un esame superficiale l'ortofrutta sembra sfuggire alle leggi dell'economia, dove viene teorizzato che all'aumentare dei prezzi si riducono le quantità acquistate. Basta peò però un piccolo approfondimento per capire che in molti casi sono viceversa i prezzi che si alzano per insufficiente offerta, per cui la classica inflazione da costi che, a parità di quantità offerta fa ridurre la domanda, deve essere sostituita da quella da offerta, dove l'aumento dei prezzi è generato da eccesso di domanda rispetto all'offerta disponibile. Ecco perché, in alcuni casi, ragionando su un paniere di prodotti così eterogeneo come frutta e verdura il risultato finale può essere sorprendente.