Dal campo
Trapview, le trappole digitali arrivano sul mercato italiano
Facilità di utilizzo e autosufficienza energetica tra i punti di forza
I consumatori chiedono con sempre maggiore forza all’agricoltura produzioni sostenibili e naturali, minimizzando l’impiego di agrofarmaci. Una sfida non semplice anche a causa dei cambiamenti climatici che favoriscono la proliferazione di varie specie di parassiti sia autoctoni del territorio italiano che nuovi.
Per supportare il mondo agricolo in questa direzione arriva in Italia Trapview, il sistema di trappole automatizzate di cattura e monitoraggio di oltre 60 specie di parassiti brevettata dalla società slovena Efos. Il Gruppo, che l’ha sviluppata e lanciata nel 2012, ha infatti aperto una sede commerciale anche in Italia, a Milano, che va ad aggiungersi alla casa madre in Slovenia e alle sedi in Francia, Stati Uniti e in Brasile.
Trapview si contraddistingue per la facilità di utilizzo unita però a una grande precisione nei rilevamenti del parassita da monitorare e nella previsione del suo sviluppo. Tutte queste operazioni avvengono in maniera automatizzata, grazie ai sensori e alle fotocamere installati nella trappola che inviano foto delle catture e rendicontazioni delle numeriche giornaliere e di altri dati, quali umidità e temperatura, al sistema cloud per l’elaborazione in tempo reale. Gli utilizzatori autorizzati (coltivatore o tecnico agronomo dell’azienda o della cooperativa) possono vedere tramite un’app, comodamente da qualsiasi dispositivo elettronico, la situazione in campo e definire le strategie di difesa da attuare.
Inoltre, grazie alle celle fotovoltaiche e ad una batteria di accumulo, Trapview è autosufficiente dal punto di vista energetico e non richiede interventi di manutenzione, almeno per la durata di una campagna produttiva, se non per la sostituzione del feromone una volta al mese.
“Con questa soluzione pensiamo di poter dare un contributo alla transizione digitale dell’agricoltura italiana combinando tre pilastri fondamentali: cura dell’ambiente, sicurezza alimentare e adozione delle tecnologia – afferma Andrea L. Launeck, direttore di Trapview Italia – Con Trapview si possono monitorare oltre 60 specie di insetti e può quindi essere applicata ad un’ampia gamma di colture. In questi primi anni sul mercato italiano, puntiamo però a diffondere Trapview soprattutto nelle filiere per noi più virtuose, nelle quali abbiamo maturato una grande esperienza e abbiamo una casistica già significativa di successi. Potremmo citare il pomodoro da industria, sia al Nord che al Sud, come anche l’ulivo e l’uva. In quest’ultimo comparto siamo partner esclusivi di Syngenta, che da subito ha creduto nelle potenzialità della nostra soluzione e la propone ai propri clienti”.
Trapview è una soluzione pensata per un’agricoltura più sostenibile e naturale e allo stesso tempo competitiva. Consente infatti ai coltivatori di limitare i trattamenti fitosanitari, effettuandoli solo quando e dove serve, di ridurre i costi e le operazioni di difesa e quelli per la manodopera per il monitoraggio tradizionale in campo. Oggi, Trapview è utilizzata in più di 50 paesi nel mondo e, dal suo lancio, ha supportato gli agricoltori nella produzione di 50 milioni di tonnellate di cibo, nel risparmio di 500.000 ore di manodopera e di 48.600 tonnellate di anidride carbonica.
Fonte: Ufficio stampa Trapview