Terroristi sequestrano nave legata a Israele: ombre sulla logistica marittima internazionale

Massimo Delpozzo (Nord-Ovest): «Ripercussioni anche su ortofrutta»

Terroristi sequestrano nave legata a Israele: ombre sulla logistica marittima internazionale

Le ripercussioni del conflitto israelo-palestinese si allargano interessando anche la logistica marittima internazionale che sta vivendo un momento di forte apprensione. I fatti di domenica 19 novembre, quando il gruppo paramilitare degli Houthi dello Yemen, che supporta Hamas, ha sequestrato una nave collegata ad Israele, hanno fatto innalzare il livello d’allerta per le compagnie che si occupano di shipping.
La nave cargo sequestrata nel Mar Rosso è la Galaxy Leader, appartenente alla società israeliana Ray Car Carriers, gestita dalla giapponese NYK.
«Tutte le navi che appartengono al nemico israeliano o che hanno rapporti con esso diventeranno obiettivi legittimi», queste le dichiarazioni, non certo distensive, degli Houthi.

Fonte: Pagina Linkedin Ship2Shore

Ma per comprendere meglio le dinamiche logistiche attuali in Medio-Oriente chiediamo un approfondimento a Massimo Delpozzo, direttore commerciale di Nord Ovest, azienda di Cuneo specializzata nelle spedizioni internazionali di ortofrutta.
“Sicuramente il sistema logistico sta vivendo una fase di grande allerta; alcune compagnie sono state costrette a trovare strategie alternative per continuare le operazioni; per esempio le navi porta container ZENITH LUMOS e ZEUS LUMOS (riconducibili a proprietà israeliana) hanno preferito non passare Suez ma circumnavigare l’Africa. Attualmente non ci sono state modifiche definitive alle tratte, si scarica in Israele normalmente anche se l’allerta resta alta; il porto di Haifa è operativo invece Ashdod no. Alcune compagnie hanno introdotto l’addizionale del war-risk, che comporta rincari. Ma questo era inevitabile, soprattutto dopo il sequestro della nave Galaxy Leader”.

Massimo Delpozzo direttore commerciale di Nord Ovest

Fase cruciale per l’export di mele italiane 
“Per le mele italiane, Israele è una tappa fondamentale sia come porto di scarico ma anche come transito verso altri Paes; i flussi sono regolari, anzi la stagione export per le mele sembra positiva. Stiamo iniziando anche con i kiwi ma i volumi raccolti ridotti non favoriscono il mercato; stiamo giungendo alla fine con la stagione delle susine, finita anche l’uva con una buona stagione".

“Ogni stagione ha una storia a sé; ad esempio quest’anno tornano con grandi volumi le mele americane che proveranno a riaffacciarsi su mercati in cui negli ultimi anni erano poco presenti, come l’India o il centro America. Mentre sono sempre più presenti mele dell’Est-Europa e della Turchia. Per il kiwi la Grecia domina su moltissimi mercati e l’Iran sta crescendo costantemente”, conclude Delpozzo.

Fonte immagine d'apertura: eleconomista.es