Attualità
Spreco alimentare, la proposta di legge per la «doggy bag» obbligatoria
Andrea Segré (Spreco Zero): «Non chiamatele 'borse per il cane'»
Per la Doggy Bag (la borsa con gli avanzi del cibo, ndr) ora c'è una proposta di legge: si vuole rendere obbligatoria per gli esercenti nei confronti di tutti i clienti che la richiedono.
A comunicarlo è Il Sole 24 Ore, sottolineando che l’iniziativa è stata sottoscritta dal deputato di Forza Italia Italia Giandiego Gatta con il capogruppo Paolo Barelli. Un progetto che mira a combattere lo spreco alimentare permettendo ai clienti di portare con sé ciò che non viene consumato in bar e ristoranti. Nello specifico, l’esercente dovrà dotarsi di contenitori come vaschette che siano riciclabili o riutilizzabili, così da fornirle ai clienti che la richiedono. L’obbligo è già in vigore in Francia, Germania e Stati Uniti.
Il commento di Andrea Segré, fondatore del movimento Spreco Zero, economista e divulgatore
Un italiano su 2 (il 47% degli intervistati) chiede di trovare la doggy bag di default al ristorante. E uno su 3 (il 32%) consiglia di dotarsi di bag riutilizzabili ed eco-compatibili. Il 26% inoltre suggerisce ai ristoratori di fornire un opuscolo con consigli per il consumo a casa degli avanzi e creazione di nuovi piatti a partire dal cibo avanzato, solo una minima parte dei consumatori italiani – il 5 % - suggerisce di ridurre le porzioni servite e solo il 3% sostiene che non accetterebbe di portarsi a casa il cibo avanzato.
Nel giorno (giovedì 11 gennaio, ndr) in cui alla Camera si discute la proposta di legge per rendere obbligatorie le doggy bag nei ristoranti, sono questi i nuovi dati dell’Osservatorio Waste Watcher International.
È il fondatore del movimento e della campagna Spreco Zero, l’economista e divulgatore Andrea Segré, a rendere pubblici i dati, con una raccomandazione importante: “Non chiamiamole doggy bag (borse per il cane) – spiega– perché si rischia di togliere valore al gesto del recupero del cibo e di scoraggiarlo. Con il Ministero dell'Ambiente, qualche anno fa, abbiamo proposto il termine family bag, che restituisce una visione anche domestica della prevenzione dello spreco alimentare. I dati Waste Watcher International del 2023 stimano uno spreco domestico pro-capite settimanale di 500 grammi circa, e i tempi sono maturi perché questa pratica diventi consuetudine nei ristoranti italiani, senza bisogno di chiederla, come una buona pratica comune".
E continua: "La parola chiave è 'prevenzione', cioè evitare di lasciare gli avanzi nel piatto. Si pone in più un problema di cui nessuno parla: chi paga i costi della bag? Se vogliamo essere sostenibili dovrà essere in materiale perfettamente riciclabile, se è a totale carico del ristoratore la vedo assai difficile. Mentre se la deve pagare il consumatore, con l'incremento dei costi, è ancora peggio. Per evitare costi troppo elevati nella fornitura della family bag, un’idea condivisa dal 32% degli intervistati è proporre confezioni e buste che possono essere riutilizzate dal cliente (ad esempio sacchetti di stoffa). Prima di presentare questo tipo di progetti bisognerebbe interrogarsi perché finora gli altri non hanno funzionato. Il prossimo 5 febbraio, Giornata Nazionale contro lo spreco alimentare, durante l’evento ufficiale di Roma lanceremo il nuovo Osservatorio sugli sprechi nella ristorazione italiana, attraverso la app istituzionale Sprecometro, scaricabile gratuitamente da tutti”.
Fonte: Spreco Zero