Dal campo
Spinaci di quarta gamma, continua il buco produttivo
Analizziamo la stagione con Giulio Benvenuti, responsabile qualità di San Lidano
Se l'anno scorso la stagione degli spinaci di quarta gamma non era iniziata con il piede giusto (clicca qui per approfondire), anche in questa stagione le produzioni stanno affrontando un periodo difficile, causato da un mix di cause. Abbiamo approfondito la situazione con Giulio Benvenuti, responsabile qualità dell’azienda San Lidano.
“Ci troviamo di fronte ad una sommatoria di situazioni, legate per lo più all’andamento stagionale, che non si era mai vista prima e soprattutto mai così negativa”, esordisce Benvenuti.
Il responsabile qualità ci ricapitola poi le difficili tappe della stagione in corso. “Dopo un periodo che ha visto alternarsi una primavera con allagamenti - per piogge torrenziali - e un'estate con temperature record, abbiamo avuto settembre e ottobre molto caldi, quando invece dovevano essere i mesi delle varietà autunnali, che hanno forte fabbisogno di freddo. Una situazione che ha portato a grandi scompensi a livello produttivo, causando un importante calo delle rese”.
In particolare, Benvenuti parla di un 20% andato perso, a cui si aggiunge un ulteriore 20% di prodotto non commercializzabile per foglie gialle o altri problemi legati alla pianta, che rendono impossibile la sua lavorazione per la quarta gamma. “Sommando le percentuali, ci troviamo di fronte al 40% di produzione in meno in campo per tutto il periodo invernale – sottolinea Benvenuti – mentre quella disponibile si presenta molto fragile e sensibile ai processi di lavorazione: per risolvere la conseguente minor shelf-life dopo il lavaggio, abbiamo spesso dovuto lavorare lo spinacio in tunnel, come se fosse una baby-leaf".
Le problematiche produttive si sono riflesse direttamente sulla gestione degli ordini nel periodo che, tradizionalmente, è il più vocato per gli spinaci da cuocere. “Da metà novembre le temperature sono andate incontro a un naturale calo e la domanda per gli spinaci è aumentata: di conseguenza le carenze di prodotto stanno rappresentando un grosso problema per le vendite”, evidenzia Benvenuti.
Per soddisfare la domanda, San Lidano ha aumentato gli acqusiti dai fornitori esterni, in integrazione all'offerta dei propri soci. “Grazie alla solidità dei rapporti con i nostri fornitori, abbiamo finora in buona parte supplito alle carenze, anche se spesso – dice l’esperto qualità – ci siamo trovati in difficoltà a soddisfare gli ordinativi dei nostri clienti”.
Considerato il difficile panorama produttivo, l’azienda guarda al futuro in termini di innovazione varietale. “Tramite i nostri soci, ci orientiamo nella ricerca di varietà e di tecniche colturali che possano aiutare ad affrontare i cambiamenti climatici – precisa Benvenuti – ma non ci sembra di trovare la stessa reattività nei fornitori esterni. Anzi, spesso preferiscono semplicemente dismettere le produzioni di ortaggi per la IV gamma in favore di altre colture meno problematiche".
Infatti, un altro problema a cui il settore sta andando incontro secondo Benvenuti, è il calo dei produttori che influisce direttamente sui volumi disponibili. “I produttori sono sempre meno e, in termini di dimensione, si sta allargando la media nazionale, ma queste aziende sono sempre più indirizzate ai prodotti industriali”. E continua: “In questo contesto, i prodotti per la quarta gamma sono sempre meno remunerativi per il produttore. Resistono ancora le baby leaf, grazie ad un livello di specializzazione dei produttori molto elevato. Ma per le altre verdure a foglia, le cosiddette ‘adulte’, il crescente calo di interesse dei produttori è visibile".
Per reagire a questa impasse, San Lidano persegue una strategia precisa. “Implementeremo il supporto agronomico ai nostri fornitori per ottimizzare i processi produttivi e stimolare una maggiore programmazione dedicata per la quarta gamma”, rivela Benvenuti. E conclude: “Dovremo andare su strade più simili a quelle delle industrie, con contratti che includono anche i metodi di produzione: in questo modo potremo dare input importanti anche ai fornitori esterni su modalità colturali e scelta delle varietà. Anche se questa strada, purtroppo, non è favorita da un mercato incerto e sempre meno prevedibile".
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