Dalla distribuzione
Sostenibilità: nel 2023 torna in auge, in Italia più che in Europa
Crescita dei consumatori “eco-attivi”: in Italia sono il 28% e in Europa il 22%
Dopo tre anni sulle montagne russe, nel 2023 il livello di fiducia degli europei mostra timidi segnali di ripresa. Nel 2022 si era raggiunto il punto più basso, inferiore anche a quello toccato in piena pandemia, con strascichi nel percepito e vissuto dei responsabili acquisti italiani. Ne è un esempio la sensibilità sui temi etici, come quello della sostenibilità.
Questa è una delle evidenze più interessanti emerse durante il webinar dal titolo "Freschissimi: un comparto strategico per la spesa degli italiani" (Consumer Panel Services / CPS).
Gli eventi degli ultimi anni hanno scombussolato europei ed italiani, con effetti sul vissuto e percepito proprio dei responsabili acquisti. Uno degli aspetti che ha mostrato alcune sensibili variazioni in questi anni è la sensibilità al tema della sostenibilità, misurata attraverso la quota di acquirenti attenti a questa, con livelli diversi di intensità: quelli più sensibili ai temi della sostenibilità sono gli “eco-actives”, ovvero consumatori ben informati e che cercano di agire costantemente in modo sostenibile nei propri acquisti. Questo cluster ha avuto un’evoluzione con alti e bassi in Europa, passando da un 17% nel 2019, 22% nel 2020 e 2021, poi nel 2022 si osserva una netta flessione (18%) per poi risalire nel 2023 raggiungendo i livelli del 2022 (22%). In Italia il consumatore eco-attivo ha seguito i sali-scendi degli europei, ma con valori diversi e sempre più elevati rispetto al continente di riferimento: nel 2020 erano il 26%, cresciuti al 27% nel 2021, ma con una flessione netta nel 2022 (24%) e una risalita nel 2023 con un livello (28%) ancora superiore al picco del 2021.
Poi ci sono gli “eco-considerers”, persone abbastanza informate sui temi della sostenibilità, ma che non hanno una costanza nei comportamenti di acquisto legati a questa. Essi sono la maggior parte sia in Europa (40% nel 2023, in flessione) sia in Italia (51%, in crescita). La quota, invece, di acquirenti poco sensibili alla sostenibilità è comunque alta in Europa (38% nel 2023), mentre in Italia è il cluster con la frequenza minore (21%) e in forte decrescita.
Sembra evidente come in Italia il tema della sostenibilità abbia un’importanza maggiore rispetto alla media europea.
Venendo più nello specifico ai temi legati alla sostenibilità, è importante sottolineare come i rifiuti in plastica non siano il problema prioritario, anche se la maggior parte delle azioni visibili a punto vendita sono legate a questo aspetto.
Il riscaldamento globale è la maggiore preoccupazione in Europa, ma lo è nettamente di più in Italia, seguito dalla carenza d’acqua, tema però un po' più forte in Europa rispetto all’Italia. Al terzo posto troviamo la plastica, problema sentito in modo leggermente più forte dagli europei rispetto agli italiani. Infine l’inquinamento dei mari e quello dell’aria, con livelli più forti in Italia rispetto all’Europa.