Dal campo
«Sostenibilità e lifestyle, come cambiano le mele»
Con il responsabile marketing di Vog, Hannes Tauber, analizziamo lo sviluppo del settore
Da sempre le mele sono state il prodotto più legato alla concezione salutistica dell’ortofrutta e l’espressione “Una mela al giorno toglie il medico di torno”, ne è la testimonianza. Ma oggi sono molto di più, simbolo per eccellenza di una sostenibilità ambientale, oltre che sociale ed economica, oltre a essere diventate un prodotto di lifestyle, come declinato nelle recenti campagne promozionali di Envy (clicca qui per approfondire). Ne abbiamo parlato con Hannes Tauber, responsabile marketing del consorzio Vog.
“Una cosa è fare sostenibilità, tutt’altro è comunicarla – ha spiegato Tauber a IFN – noi, per esempio, la comunichiamo ma pacatamente, perché crediamo che il tono di voce faccia la differenza. E crediamo che sia un tema che va affrontato in maniera ampia, costruttiva e congiunta, in base ad obiettivi comuni e condivisi”.
La squadra dell’Alto Adige
Come ha potuto notare chi ha visitato gli stand dei consorzi Vip e Vog alla fiera Fruit Logistica di Berlino di quest'anno, i produttori altoatesini hanno imparato bene a ‘fare squadra’. “Il nostro progetto di sostenibilità coinvolge diversi partner, come l’università di Bolzano e il centro di sperimentazione Laimburg – specifica Tauber – solo insieme, infatti, possiamo raggiungere obiettivi precisi e rispondere alle richieste dei consumatori. La sostenibilità fa parte del nostro Dna, siamo la più grande azienda a livello europeo composta da tanti piccoli produttori che hanno deciso di lavorare insieme in maniera sostenibile, anche perché lavorano per i propri figli; tutto ciò che facciamo è anche per le nuove generazioni”.
Lo stesso consorzio Vog è nato con il principio di sostenibilità, nel lontano 1945, e alla fine degli anni ‘80 è nato il Gruppo di lavoro per la frutticoltura integrata Agrios, con le prime certificazioni. “La nostra sostenibilità è qualcosa da cui anche altri possono prendere spunto, lavoriamo con tanti partner a livello nazionale ed europeo – dice il responsabile marketing – perché fare sostenibilità significa anche collaborare ed essere aperti a nuovi concetti, sapere integrare il nuovo nel proprio concetto”.
La sostenibilità è tale solo se porta valore aggiunto
Fare sostenibilità comporta un costo che le aziende devono essere disposte a sostenere: “Dobbiamo essere in grado di comunicare al consumatore che la nostra agricoltura è sostenibile, come lo era in passato e come continuiamo a fare – dice Tauber - Ma è necessario comprendere che la sostenibilità non è solo ambientale ma anche economica e sociale, quindi non dobbiamo solo mantenere la passione degli agricoltori e il rispetto del territorio ma anche dare loro il reddito che meritano. Per rimanere sostenibili dobbiamo mantenere questo modello a lungo termine, ovvero la gestione familiare delle piccole aziende agricole”.
Il mercato riconosce la sostenibilità
Se mantenere le tradizioni è necessario per il modello di sostenibilità altoatesino, lo è allo stesso modo anche la capacità di saper rispondere alle richieste del mercato. “Lo facciamo attraverso le nostre strategie a livello di sviluppo del mercato – illustra il responsabile marketing - grazie all’innovazione varietale che soddisfa i nostri clienti e, se vogliamo migliorare l’assortimento attuale, questa rimane la strada giusta”.
E continua: “Non esiste più un solo consumatore e il target si sta segmentando. In base ai diversi bisogni dobbiamo proporre prodotti diversi, muoverci in maniera veloce per attenuare la crisi dei consumi, crisi dovuta al fatto che gli altri settori, probabilmente, attraggono di più. La comunicazione che viene fatta in altri settori è molto più visibile che quella dell'ortofrutta ma noi stiamo cercando di essere più efficienti, avere meno costi, semplificare i processi per poter investire in comunicazione per aumentare i consumi di frutta e verdura. Nel reparto ortofrutta dobbiamo comunicare di più e fare in modo che diventi sempre più attraente e accattivante”.
E conclude: “Noi, come maggiori produttori europei, dobbiamo pensare alla categoria e portarla avanti. Per farlo, dobbiamo dare esempi di come migliorare all’interno del reparto e creare nuovi momenti di consumo. Per esempio, possiamo suggerire nuovi abbinamenti con le mele, come mela e formaggio, insalata e mela, mela e yogurt, oppure la mela come dessert o come momento di condivisione, consumata insieme alla famiglia. Ed è lo stesso progetto che stiamo portando avanti con Envy, la mela dai cinque sensi, che per noi rappresenta una vera e propria esperienza. O ancora con Giga: quando si compra questa mela, si sceglie un momento di condivisione e non solo un frutto. Così le mele sono diventate un prodotto di lifestyle e il nostro impegno dioventa attivare nuovi momenti di consumo”. (am)
Ha collaborato Fabrizio Pattuelli
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