Sicurezza nei mercati all’ingrosso, cosa deve cambiare

Videosorveglianza e badge spesso non sono sufficienti

Sicurezza nei mercati all’ingrosso, cosa deve cambiare

I mercati all’ingrosso sono un crocevia di migliaia di persone che quotidianamente popolano le tante strutture italiane. Queste si trasformano in micromondi che pullulano di operatori che, a loro volta, intrattengono rapporti commerciali, per cui garantirne la sicurezza non è una missione da poco. Dalla gestione del flusso degli operatori in entrata ed uscita, al controllo dell’ordine pubblico, fino ad evitare furti e quant’altro richiede una serie di strategie e un insieme di interventi complessi. Purtroppo, gli episodi poco edificanti si verificano con frequenza, ultimo per ordine di apparizione la rissa all’Ortomercato di Milano (approfondisci la notizia cliccando qui). 
Per questo ci siamo fatti raccontare le problematiche di sicurezza nei mercati da Giuseppe Zarba, presidente di Fedagro Vittoria, e Bruno Barcella, vicepresidente di Fedagro Milano.

Giuseppe Zarba, presidente di Fedagro Vittoria

“Partiamo dagli ingressi – esordisce Zarba – è importante registrare gli utenti che entrano all’interno della struttura sia per gli acquirenti che per i visitatori. Controllare i flussi di persone in entrata ed uscita è un lavoro faticoso ma vitale per capire chi c’è all’interno del mercato”.
“È fondamentale avere forti deterrenti agli ingressi abusivi attraverso un presidio costante di forze dell’ordine o vigilanza privata. Bisogna garantire la sicurezza della struttura anche durante le ore di inattività per sventare i furti”.
“A Vittoria il tesserino viene rilasciato solo ad alcune condizioni che garantiscono i necessari requisiti dell’individuo che lo possiede. Ad esempio, è rilevante avere la fedina penale immacolata per poter richiedere il badge e presentare un certificato antimafia. I semplici visitatori non possono avere più di due ingressi mensili, in modo da poter permettere gli ingressi a tutti senza creare dinamiche sospette ed evitare flussi incontrollati”.
Sicuramente la tecnologia può essere utile. “Adesso abbiamo più strumentazioni a disposizione che permettono di creare condizioni di lavoro migliori”.

Bruno Barcella, vicepresidente di Fedagro Milano

“C'è tanto lavoro da fare in termini di sicurezza – afferma Bruno Barcella, vicepresidente di Fedagro Milano –, tutte le parti si devono impegnare per migliorare questo aspetto del nostro lavoro. A Milano, le condizioni della struttura rendono difficoltose le operazioni. Quando passeremo nella nuova struttura l’obiettivo sarà essere più virtuosi e facilitare le operazioni di controllo”.
“Ogni giorno entrano all’interno della struttura 4-5 mila persone e far rispettare le regole diventa complesso perché la quantità di persone è enorme. Bisogna limitare quelle attività che di lecito hanno poco. Inoltre, il lavoro notturno complica le operazioni”. 
“Tutti ci dobbiamo prendere le nostre responsabilità per toglierci l'immagine di ricettacolo negativo per la città– conclude Barcella”.