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Sfuso e bacca piccola le chiavi di vendita per i pomodori in Gdo
Il datterino è l’unica tipologia con prezzi stabili e volumi in crescita
I consumi di pomodoro nella Gdo aumentano nei primi quattro mesi dell’anno. Questo avviene soprattutto grazie alle performance del prodotto venduto sfuso e alle tipologie a bacca piccola confezionate, mentre le altre tipologie arrancano. In certi casi, il calo dei prezzi ha agevolato le rotazioni anche se questo non avviene nel datterino che è diventato - ormai - la tipologia preferita dal cliente dei negozi a libero servizio.
Nel primo quadrimestre il pomodoro è la principale categoria per vendite a valore nelle verdure. A differenza delle patate, in seconda posizione, che vedono una flessione dei consumi (-4,9%) a fronte di un aumento cospicuo dei valori (+11,5%, generato da prezzi crescenti), nei pomodori i volumi aumentano (+6,4%) anche grazie a prezzi medi flettenti, lasciando l’incasso quasi in pareggio rispetto al 2023 (+0,4%).
Ma quali sono le tipologie che più di tutte hanno agevolato le performance dei pomodori?
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Approfondendo i dati di ipermercati e supermercati della Gdo a livello di principali tipologie o modalità di vendita, si osserva una crescita importante delle vendite a volume per i pomodori a peso variabile (+12,6%), quindi prettamente prodotto sfuso, che incidono per circa un terzo a valore (33%). Tuttavia, il calo dei prezzi in doppia cifra (-11,9%) ha inciso sulle vendite a valore, in debole calo (-0,8%), agevolando – però – le rotazioni.
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Tra le tipologie vendute in confezione a peso imposto, quella che pesa di più in termini di valore è il datterino (22%), che da qualche anno batte il ciliegino in termini di incidenza (20% nel periodo considerato). In entrambi i casi, le vendite a volume sono in crescita (rispettivamente del 6,6% e del 13,9%).
Già dall’analisi per questi primi tre insiemi di prodotto considerati, sembra delinearsi la direzione che ha preso il mercato in questa prima parte dell’anno per i pomodori: prodotto sfuso venduto a prezzi competitivi (2,8 euro il chilo rispetto a 3,9 come media per la categoria) e tipologie a bacca piccola con prezzi più alti, ma stabili, nel caso del datterino (6,4 euro il chilo), o in calo nel caso del ciliegino (4,4 euro il chilo, con una flessione del -5,6%).
Diversamente dalle tipologie sopra analizzate, il pomodoro piccadilly venduto a peso imposto incide solo per un 8% sulle vendite a valore e non sembra incontrare particolare favore da parte dei clienti: nonostante un prezzo medio sostanzialmente stabile e inferiore datterino e ciliegino (3,8 euro il chilo), le vendite a valore e a volume nel periodo considerato sono in flessione, rispettivamente del 15,6% e 16,4%. La situazione è simile anche per l’insieme delle altre tipologie di pomodori venduti a peso imposto, per i quali si registrano trend in flessione (-3,4% a valore e -4,8% a volume) con prezzi senza grandi variazioni, anche se superiori alla media (4,9 euro il chilo). (am)