Sette anni di rete e visione: La Grande Bellezza Italiana cresce e rafforza l’eccellenza made in Italy

Un progetto che trasforma la collaborazione in vantaggio competitivo per la filiera ortofrutticola

Sette anni di rete e visione: La Grande Bellezza Italiana cresce e rafforza l’eccellenza made in Italy

Sei aziende ortofrutticole diverse per dimensioni, specializzazioni e approcci imprenditoriali, ma unite da un obiettivo comune: valorizzare l’eccellenza italiana attraverso la forza della rete. È questa la filosofia de La Grande Bellezza Italiana, progetto nato sette anni fa per mettere a sistema esperienze, competenze e risorse, dando vita a un modello di aggregazione unico nel panorama ortofrutticolo nazionale.

In un settore spesso frammentato, dove la competizione prevale sulla visione condivisa, la rete ha saputo fare la differenza, consolidandosi nel tempo come esempio virtuoso di collaborazione tra imprese. Venerdì sera, a Verona, è stato celebrato il settimo anniversario del progetto: una ricorrenza simbolica, ospitata in un luogo altrettanto simbolico — la Biblioteca Capitolare di Verona, considerata la più antica biblioteca al mondo ancora in attività. Un tempio del sapere che da 1.500 anni custodisce manoscritti e codici preziosi, tra cui l’Indovinello veronese, una delle prime testimonianze scritte della lingua romanza in Italia.

La bellezza come motore di innovazione
A coordinare i lavori è stato Salvo Garipoli, Business Director di SG Marketing, che ha sottolineato come “il concetto di bellezza è sia movimento, curiosità e sapere”. “È da questa combinazione – ha spiegato – che nasce la novità, qualcosa di autenticamente nuovo. La Grande Bellezza Italiana ha saputo creare un modello inedito di collaborazione tra aziende primarie, complementari tra loro, capaci di generare valore vero e condiviso”.
Garipoli ha aggiunto con un sorriso: “Crisi del settimo anno? Tutt’altro. Dopo la fase di novità arriva la maturità, e oggi la rete si prepara a una stagione ancora più ambiziosa”.

Un progetto virtuoso da imitare
Tra le voci istituzionali presenti anche Marco Salvi, presidente di Fruitimprese, che ha riconosciuto nella rete “un progetto di grande ambizione e qualità, capace di unire realtà diverse con un obiettivo comune: affrontare il mercato in modo strutturato. È un esempio virtuoso da seguire e da cui trarre ispirazione”.

Il racconto dei protagonisti: sette anni di crescita condivisa
Nel corso della serata, i rappresentanti delle sei aziende hanno raccontato in modo più ampio il percorso della rete e offerto una visione dettagliata del futuro.

Leonardo Odorizzi - Odorizzi srl

Leonardo Odorizzi (Odorizzi srl), anima del progetto, ha spiegato: “Abbiamo messo davanti il “noi” e non l’“io”. Ognuno di noi ha fatto un passo indietro per dare spazio al collettivo, perché solo così si costruisce qualcosa di duraturo. È stato un percorso fatto di confronto, a volte anche acceso, ma sempre costruttivo: le differenze tra le nostre aziende non ci hanno diviso, anzi, sono diventate una ricchezza. Fin dall’inizio, avevamo una missione chiara: creare un modello che unisse esperienze, territori e persone attorno a un’idea comune di eccellenza italiana.”

“Siamo partiti con l’obiettivo di valorizzare i nostri prodotti e ci siamo ritrovati a dare nuova vita a un patrimonio collettivo: abbiamo unito IGP differenti, dal radicchio di Verona al cavolfiore della piana del Sele alle clementine del golfo di Taranto fino all’uva di Puglia e rigenerato produzioni che rischiavano di scomparire come le pesche di Verona, rimesso al centro il valore della collaborazione. La rete ha permesso di costruire un dialogo continuo fra imprese, consorzi, cooperative e produttori, dimostrando che l’unione può davvero generare innovazione e competitività.”

“Oggi possiamo dire di essere un progetto diverso da qualsiasi altro: un ibrido virtuoso, che è andato oltre le logiche tradizionali per creare qualcosa di nuovo. Abbiamo seminato un modo di lavorare basato sulla fiducia reciproca, e ora stiamo raccogliendo i frutti di una visione vincente”.

Cristiana Furiani - OP Geofur

Cristiana Furiani (OP Geofur) ha commentato: “È stata una sfida, ci stimolava fare qualcosa insieme a realtà diverse dalla nostra. Condividere il percorso è stato bello: insieme abbiamo fatto molto di più, abbiamo ampliato il paniere e rafforzato la forza sul mercato. L’idea stessa di “conoscere” è stata interessante: sono felice del percorso, e ci sarà ancora molto da fare.”

Stefano Bighelli - Perusi srl

Stefano Bighelli (Perusi srl) ha sottolineato l’importanza dell’innovazione e della sostenibilità: “Noi siamo aziende specializzate nell’export e abbiamo deciso di fare rete proprio per espanderci a livello nazionale. Lo sviluppo di packaging innovativi – dal passaggio dalla plastica alla carta – è stato un nostro tratto distintivo. È stata una sfida, ma alla lunga sta premiando: il gap di valore ci viene finalmente riconosciuto”.

Eraldo Barale - OP Joinfruit

Eraldo Barale (OP Joinfruit) ha aggiunto un respiro territoriale: “Unirmi a questa rete è stata una scommessa per noi piemontesi – sì, lo ammetto – persone un po’ schive. Ma siamo orgogliosi di averla intrapresa, anche per il nostro territorio che spesso fatica a raccontarsi insieme ai suoi prodotti. Con la mela rossa di Cuneo IGP, per esempio, abbiamo voluto puntare all’eccellenza assoluta. Quando qualcosa di bello emoziona, eleva anche il prodotto”.

Fabio Bergonzoni - Bergonzoni srl

Fabio Bergonzoni (Bergonzoni srl) ha posto l’accento sulla qualità del prodotto e sulla relazione col consumatore: “Siamo onorati di partecipare a questa rete: è stato un valore aggiunto enorme. Nella pera stiamo puntando al sapore, al prodotto “mangiabile”: si è troppo concentrati solo sull’estetica e non sulla qualità. Ragionando insieme ai retailer nascono soluzioni e idee che si sono rivelate vincenti. Ora ci stiamo anche rivolgendo ai consumatori più giovani, lavorando su tematiche concrete che toccano gli imprenditori nel loro quotidiano”.

Stefano Lonardi - Coofrutta sca

Stefano Lonardi (Coofrutta sca) ha portato la voce della cooperazione: “È un’esperienza splendida. La cooperativa che rappresento raccoglie produttori che conferiscono frutta, e tramite La Grande Bellezza Italiana siamo riusciti a dare nuova speranza ai nostri soci. Abbiamo iniziato a creare un clima diverso in campagna: grazie anche alla pesca di Verona IGP, fra i produttori veronesi c’è maggiore entusiasmo. Personalmente è stata un’esperienza molto bella per confrontarmi con persone di altissimo valore umano e commerciale, ho imparato molto.”

Antonio Cipriani, presidente de La Grande Bellezza Italiana

Antonio Cipriani, presidente de La Grande Bellezza Italiana, ha chiuso il giro di interventi con una dichiarazione densa di significato: “Per me la rete è come i cinque sensi: ci permette di cogliere la spontaneità di una partnership che va oltre il mero business. I nostri produttori sono artisti, vanno in campagna ogni giorno, plasmando la natura che genera vita e bellezza. Vedere anche l’interesse che i nostri giovani stanno dimostrando mi emoziona: stanno traghettando l’antico sapere verso nuovi orizzonti.”

Un futuro da scrivere insieme
Sette anni dopo la sua nascita, La Grande Bellezza Italiana non è solo una rete d’imprese: è un laboratorio di idee, valori e visioni. Un esempio concreto di come la collaborazione possa trasformarsi in cultura, e la cultura in futuro. (bf)