Sostenibilità
Scarti di agrumi, da rifiuto a risorsa
La startup italiana AraBat dà nuova vita alle batterie esauste
Riciclare batterie esauste utilizzando scarti di agrumi è la mission di AraBat, innovativa startup italiana nata a Foggia e promossa da un gruppo di giovani pugliesi che hanno a cuore l’etica e la sostenibilità. Come riporta il magazine vita.it, AraBat punta a riutilizzare i metalli contenuti nelle batterie esaurite, come il litio, il nichel, il manganese e l’idrossido di cobalto, estraendoli grazie a bucce di arance e scorze di limone, per rioffrirli in cicli produttivi differenti. Un vero e proprio progetto di economia circolare che promuove la sostenibilità e la green economy sviluppato in collaborazione con l’associazione NemicoRe che coinvolge anche altre realtà come l’Università di Foggia, il Politecnico di Bari e la Marchionni Srl, società di consulenza agroalimentare ed ambientale.
Una combo perfetta, quella formata da arance e batterie, che non solo formano l’acronimo di AraBat ma sono alla base del business della startup. Raffaele Nacchiero, amministratore unico della società, ha illustrato al magazine da dove è nata la loro idea e gli sviluppi futuri sui quali il team sta lavorando.
“Secondo il Global E-waste Monitor 2020, i rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) prodotti in tutto il mondo sono in forte crescita. Abbiamo raccolto dati anche per quanto riguarda la nostra regione e non sono incoraggianti, in quanto nel 2019 in Puglia sono stati prodotti 8 milioni di RAEE e tra questi una buona parte contiene sostanze pericolose che possono causare incendi nelle discariche e nei luoghi di smaltimento. Solo nel 2021 sono state registrate più di 150 mila tonnellate di batterie al litio esauste e questo numero è destinato a salire” ha evidenziato Nacchiero: “Da qui è nata la nostra idea: considerare le batterie al litio esauste e le bucce degli agrumi come risorse e non come rifiuti.”
L’ispirazione è arrivata da un progetto della Nanyang Technological University di Singapore che aveva utilizzato scarti di agrumi realizzando un mix tra acido citrico e bucce d’arancia per effettuare la cosiddetta lisciviazione all’interno di un processo idrometallurgico per raggiungere l’obiettivo ed estrarre i metalli preziosi in modo efficiente e sostenibile.
“Il prossimo step riguarderà la costruzione di un prototipo dimostrativo per studiare la quantità di batterie processabile in un determinato periodo di tempo ed i relativi metalli recuperabili con la nostra innovazione. Puntiamo poi a costruire un impianto industriale in Puglia per raggiungere il nostro obiettivo primario e nello stesso tempo per far fronte ad una domanda sempre più crescente di tali metalli che possono essere utili ad altri business e industrie” ha concluso Nacchiero.