Dal campo
Rosse, dolci e di montagna: le fragole della Val Venosta conquistano il mercato
Il microclima unico e il lavoro dei produttori danno vita a un frutto speciale

La Val Venosta è conosciuta a livello mondiale come terra di mele, grazie a una tradizione produttiva radicata e a condizioni pedoclimatiche ideali. Ma la mela non è l’unico frutto a crescere rigoglioso in queste vallate. C’è infatti un altro angolo di eccellenza ortofrutticola, meno noto ma altrettanto straordinario: la Val Martello, conosciuta anche come la “valle delle fragole”. Situata all’interno del Parco Nazionale dello Stelvio e adiacente alla più famosa Val Venosta, la Val Martello ospita la sede di una delle cooperative socie di VIP – l’Associazione delle Cooperative Ortofrutticole della Val Venosta – punto di riferimento del comparto ortofrutticolo altoatesino.
“Parliamo della MEG – Soc. Agr. Coop. Frutticoltori di Martello – una realtà specializzata nel confezionamento di piccoli frutti, in particolare fragole, lamponi, more e mirtilli grazie a 40 produttori dalla Val Martello e da altre località in Val Venosta”, racconta Kurt Ratschiller, direttore commerciale di VIP. “Qui, i nostri agricoltori, coltivano in un micorclima unioc, tra i 1.000 e i 1.800 metri di altitudine, con forti escursioni termiche tra il giorno e la notte che favoriscono lo sviluppo di aromi intensi e un’eccellente qualità organolettica. Inoltre, la bassa umidità riduce sensibilmente il rischio di malattie fungine, consentendo una coltivazione più sostenibile”.

Le fragole sono il fiore all’occhiello della Val Venosta, con una produzione che oscilla tra le 400 e le 450 tonnellate su una superficie di circa 25 ettari. Oltre 900 mila piante trapiantate, con tre varietà principali a farla da padrone: Aprica, Elsanta e Falco. “Quest’anno – spiega Ratschiller – abbiamo iniziato la raccolta con qualche giorno di anticipo, già verso metà giugno, complice un clima favorevole che ha accelerato la maturazione. Nelle prime settimane avevamo una disponibilità maggiore rispetto alle previsioni. Le premesse per una buona stagione ci sono tutte: le alte temperature favoriscono i consumi, e il clima secco della Val Venosta riduce il rischio di malattie fungine. Siamo fiduciosi”.

La destinazione principale delle fragole di VIP è il Nord e Centro Italia, con una suddivisione equilibrata tra Gdo e mercati tradizionali, che assorbono circa l’80% della produzione. Il restante 20% resta in Alto Adige, dove le fragole sono molto richieste sia dai residenti sia dai turisti che affollano le vallate nei mesi estivi. “Molti scelgono di acquistare direttamente dalle nostre cooperative – aggiunge Ratschiller – e questo ci permette di mantenere un legame forte con il territorio”.

Guardando avanti, VIP prosegue nella sua strategia di lungo termine, investendo su efficienza, innovazione e sostenibilità. “Pensare al futuro – prosegue Ratschiller – significa considerare l’intera filiera, dalla produzione alla lavorazione. Le ultime stagioni hanno dato buoni risultati, incentivando i nostri soci, e parallelamente stiamo potenziando le linee di lavorazione per migliorare la velocità di gestione del prodotto, un fattore chiave per un frutto delicato come la fragola. In più, stiamo studiando l’aumento della coltivazione fuori suolo, che permetta di ridurre l’impiego di mezzi tecnici e contenere gli effetti del cambiamento climatico”.

Alla fragola si affianca una gamma completa di piccoli frutti – lamponi, mirtilli e more – che porta il volume complessivo a circa 70 tonnellate, a cui si aggiungono le ciliegie, da poco entrate nel vivo della raccolta. In questo caso, l’areale produttivo si estende maggiormente all’alta Val Venosta, con lavorazione presso la cooperativa ALPE di Lasa. “Siamo anche qui in leggero anticipo – conclude Ratschiller – e prevediamo una produzione attorno alle 450 tonnellate, con Kordia come varietà principale (60%), seguita da Regina (35%). La qualità è buona, e il mercato risponde bene, anche grazie alla scarsità di prodotto sul fronte europeo. La raccolta si concluderà verso metà agosto”. Tra fragole, ciliegie e piccoli frutti, la montagna altoatesina conferma ancora una volta la sua vocazione per l’eccellenza, grazie a un equilibrio perfetto tra natura, tecnica e organizzazione.


















