Attualità
Revoca dei principi attivi, esistono alternative efficaci?
Benuzzi (CBC-Biogard) stimola il dibattito: «Puntiamo su prodotti sostenibili»
A seguito dell’articolo sulle conseguenze della revoca dei principi attivi (clicca qui per approfondire), pubblichiamo la nota che ci è giunta da Massimo Benuzzi, Technical Director & Business Development di CBC-Biogard.
Gent.mo Fabrizio,
ho letto con un certo disappunto l’articolo da Lei scritto circa la revoca di alcuni principi attivi. Prima di tutto le segnalo un piccolo aspetto che si deve considerare: se l’EFSA e la Comunità europea eliminano dal mercato uno o più principi attivi un motivo ci sarà. Vuoi che sia una spetto tossicologico (si ricorda il caso del clorpyriphos che danneggia il cervello dei bambini?) o ambientale, ritengo che vivere in un paese dove si eliminano sostanze pericolose sia un vantaggio per tutti. A meno che, in modo miope, pensassimo che tutto si limiti al campo coltivato!
Inoltre, il paragone tra farmaci per il mal di testa e i palliativi che non funzionano mi sembra assolutamente fuori luogo. Esistono, come lei li definisce palliativi assolutamente efficaci e impiegabili da tecnici preparati. Mi ricordo (ma forse lei è troppo giovane) che già quando si revocò il bromuro di metile doveva finire la serricoltura in Italia e quando sparì l’azynphos metil era finita la peschicoltura in Romagna; ahimè che memoria corta!
Mi sembra che la serricoltura e la peschicoltura abbiano tutti altri problemi dopo circa 20 anni di bando di quei prodotti e che questi non siano dovuti alla mancanza di principi attivi. In più dovrebbe informare i suoi referenti che si lamentano dell’arsenale spuntato che esistono alternative e che, ad esempio, la Psilla del pero, può essere contenuta con il predatore Anthocoris nemoralis, basta solo aprire un po’ la mente e pensare e cercare alternative che già ci sono ma che per pigrizia mentale non vengono applicate. D’altra parte, l’agricoltura è il settore più conservatore e le novità impiegano anni per entrare ed affermarsi…
Invece di intervistare tecnici che vogliono solo utilizzare tecnologie obsolete rivolgetevi anche a chi sviluppa tecniche senza chimica e a basso impatto ambientale!
Ultima cosa: ma lei è mai stato in un campo trattato con il Rufast? lo sa che non si può (o meglio, poteva) usare in serra perché si sono riscontrati decessi per questa applicazione?
Insomma, se li hanno revocati ci sarà un motivo, per cui invece di piangere sul latte versato cerchiamo di sviluppare alternative che non danneggino uomo e ambiente.
Cordialmente,
Massimo Benuzzi
Gentile Dott. Benuzzi,
È un piacere aggiungere un contributo qualificato come il Suo al dibattito che abbiamo stimolato rispetto alla revoca dei principi attivi.
In prima battuta, vorrei sgombrare il campo da equivoci: la nostra non vuole essere una difesa ad oltranza della lotta chimica. È chiaro ed evidente che un principio attivo tossico deve essere eliminato dal commercio, ma quello che ci lascia basiti è che alla scomparsa di un mezzo di difesa, non corrisponde una alternativa altrettanto efficace o, almeno, questo è quanto si respira in campagna, dove le assicuro vado, visto che ci vivo.
I tecnici interpellati esprimono un tono così scoraggiato proprio perché, a loro parere, non trovano soluzioni efficaci da proporre agli agricoltori. Sarà anche pigrizia, tipica del mondo agricolo e, a onore del vero, su questo aspetto gli agricoltori non sono esenti da colpe. Infatti, le decisioni della Unione Europea non sono prese da un giorno all’altro, ma c’è il brutto vizio di lamentarsi a cose fatte anziché attivarsi per investire nello studio di mezzi alternativi, quali possono essere sostanze naturali piuttosto che varietà resistenti. Per ora, converrà con me, pur con qualche valida soluzione individuata, il conto però non torna, molto di quello che si è perso non ha trovato una valida alternativa.
È chiaro che per farlo ci vuole unità d’intenti all’interno del mondo produttivo e una voce univoca in sede Europea e nel confronto con i produttori di mezzi tecnici.
Un caro saluto
Fabrizio