Attualità
Racket dei limoni: la mafia avvelenava il mercato agrumicolo nel Catanese
Con 8 arresti, l’operazione “Lumia” blocca il sistema estorsivo

Il mercato dei limoni del catanese e dei comuni limitrofi era finito sotto il controllo di un’organizzazione mafiosa, capace di condizionare pesantemente ogni fase della filiera: dalla produzione al trasporto, fino alla commercializzazione. È quanto emerso dall’operazione “Lumia”, condotta dalla Guardia di Finanza di Catania su delega della Procura distrettuale antimafia, che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza cautelare nei confronti di otto persone e coinvolge in totale venti indagati. A darne notizia è glpress.it.
Al centro dell’indagine il tentativo del clan Laudani di monopolizzare il mercato agrumicolo locale, imponendo agli imprenditori contratti fittizi di “procacciamento d’affari” che servivano in realtà a mascherare estorsioni sistematiche. I produttori, pur di poter continuare a lavorare o di non essere esclusi dal mercato, erano costretti a versare somme periodiche alla cosca tramite società formalmente legali ma riconducibili all’organizzazione. I più riottosi subivano minacce e intimidazioni. Il gruppo criminale gestiva il controllo del settore anche attraverso il dominio di alcune società di trasporto e commercializzazione degli agrumi, già sequestrate in precedenti operazioni. Il racket non solo soffocava la libera concorrenza, ma danneggiava l’intero comparto produttivo, ostacolando la crescita delle aziende sane e inquinando le regole del mercato. Le misure cautelari hanno colpito un sistema ben rodato che, attraverso l’intimidazione e la forza del metodo mafioso, aveva imposto il proprio potere su uno dei settori più rappresentativi dell’economia agricola etnea: quello del limone. L’inchiesta ha inoltre documentato come alcuni imprenditori si siano rivolti al clan per ottenere illecitamente recuperi crediti o protezione da furti, alimentando così il circuito criminale. L’operazione “Lumia” segna un passo importante nella difesa della legalità nel comparto agrumicolo, restituendo ossigeno a un mercato fondamentale per il territorio e l’economia della Sicilia orientale. (aa)
