Prodotti plant based, nel piatto di un italiano su tre

Il fenomeno è trasversale e non riguarda solo diete veg

Prodotti plant based, nel piatto di un italiano su tre

I prodotti a base vegetale non sono più una nicchia di mercato e vengono consumati quotidianamente da 22 milioni di italiani. Questi alimenti, poi, si presentano come estremamente trasversali, tant'è che una buona parte dei consumatori (41,8%) è disposta a provarli semplicemente per variare la propria dieta.
Questi sono tra i dati più interessanti tra quelli presentati ieri durante l’evento “Gli italiani e i prodotti a base vegetale” tenutosi al Food Loft di Simone Rugiati a Milano. Durante l’appuntamento è stata analizzata l’indagine svolta per la categoria da AstraRicerche per Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione italiana Food. La ricerca svolta a marzo ha messo a confronto 1.200 persone (tra 18 e 70 anni) tra conoscitori di prodotti a base vegetale, consumatori (abituali e saltuari) e non consumatori, per capire quanto gli italiani sanno dei plant-based e quali pregiudizi ancora aleggiano.

Dai dati emerge che oltre 1 italiano su 2 li acquista con regolarità (il 25% di chi non li ha mai provati dichiara che lo farà) tanto che, in un panorama i consumi flettenti, registrano tassi di crescita positivi (nel 2022, +2,8% a volume). 
Un ruolo importante è svolto dalla comunicazione: il 75,5% di chi già conosce questi prodotti (numero molto elevato di per sé, ancor di più se si considera la recente introduzione) sa esattamente di cosa sono fatti i plant-based (con punte dell’80% tra i consumatori abituali e nelle fasce d’età più adulta) e solo l’1,4% dichiara di non saperlo (il restante 23,1% dimostra di avere una conoscenza parziale di questi prodotti).
Il merito va ad etichette chiare, comprensibili e veritiere, a cui 9 consumatori abituali su 10 (8 su 10 per i consumatori in generale) prestano particolare attenzione, dimostrando di sapere esattamente quello che mangiano. 

I numeri della categoria
Nel 2022, a fronte di un aumento complessivo delle confezioni vendute pari a quasi a 3 punti percentuali, spiccano gli incrementi a volume a 2 cifre di burger e piatti pronti (gastronomia & salumi + 11,7%); il +2,6% messo a segno da gelati e dessert e la tenuta delle bevande vegetali (+0,4%). 
Una crescita in linea con quel 16% di italiani che dichiara di voler aumentare l’acquisto di questi prodotti. “I plant-based sono entrati nelle scelte alimentari di moltissime famiglie in Italia – ha spiegato Salvatore Castiglione, Presidente Gruppo Prodotti a base vegetale di Unione Italiana Food -. Oggi sono oltre 22 milioni i consumatori che li hanno provati e poi inseriti regolarmente nella propria dieta. Una scelta forte e indiscutibilmente consapevole. La ricerca lo conferma: chi li acquista sa bene cosa sono i plant-based e cosa sta mangiando”.

Un settore in cerca di identità
Quello dei prodotti plant based è un settore in cerca di un’identità, come ha specificato anche Castiglione: “E’ necessario dare una casa a questa categoria un po’ sparsa per evitare di confondere i prodotti plant based con altri che magari sono semplicemente innovativi o, peggio ancora, con la carne sintetica. Stiamo pertanto sostenendo la crescita della categoria prodotti di origine vegetale, per questo abbiamo coniugato lo slogan ‘A tavola c’è spazio per tutti’ ”. 
Anche Cosimo Finzi, direttore di AstraRicerche conferma la teoria di Castiglione: “Nonostante gli italiani sembrano già conoscere in parte questi prodotti, in giro c’è ancora molta confusione. Al contrario, tra i consumatori più informati, la categoria è in crescita: fra gli italiani che conoscono i plant-based, 2 su 3 li consuma abitualmente e 1 su 4 li ha introdotti nel proprio regime alimentare su base settimanale. Solo 2 su 10 non li hanno mai consumati. Tra chi li conosce è alto il livello di consapevolezza sulla composizione di questi prodotti, grazie - in primis - al 79,3% legge le etichette (percentuale che sale fino al 92% presso i consumatori più fedeli). Per i consumatori di plant-based, le etichette risultano ‘esplicite e chiare’ per l’80,9%; ‘facili da leggere e comprensibili’ per il 78,3%; ‘veritiere e non fuorvianti’ per il 79,6%. Solo il 6% considera le attuali denominazioni dei prodotti a base vegetali poco chiare.

I relatori: da sinistra Lucilla Titta (ricercatrice dell'istituto europeo di oncologia di Milano), Salvatore Castglione (presidente Uif - prodotti a base vegetale), Ludovica Principato (professoressa aggregata in gestione sostenibile di impresa, università Roma Tre) e Cosimo Finzi (direttore di AstraRicerche).

Nuovi consumatori
Come già anticipato, a spingere le vendite della categoria ci sono motivazioni per lo più soggettive come quella di variare la propria alimentazione quotidiana (41,8%, percentuale che sale tra gli over 55) e la voglia di ridurre il consumo di proteine animali (32,2%). La maggior parte degli italiani (7 su 10) ritengono che i plant based non siano solo una moda passeggera e solo il 7% li reputa un fenomeno destinato a “sgonfiarsi”. 

Consumatori consolidati
Tra i consumatori che già li conoscono, il 71,3% li ritiene buoni e gustosi, oltre che digeribili (71,1%), un aiuto per una corretta nutrizione (71%) e per il Pianeta (70,3%), fatti sulla base di ingredienti di origine naturale (70,3%) e di alta qualità (70%). 
L’82,7% degli intervistati che conoscono i plant-based ne evidenzia i pregi in termini di “salute”, perché permettono di variare la dieta, perché realizzati con ingredienti di origine naturale e perché consentono di mangiare maggiori quantità di vegetali. Anche sulla sostenibilità dei plant-based quasi 8 conoscitori su 10 (77,5%) sono concordi. Restano dubbi solo tra un 15,6% che pensa erroneamente che questi prodotti siano realizzati consumando molta acqua e producendo ingenti quantità di anidride carbonica. 

Bevande vegetali: 1 italiano su 2 oggi non ci rinuncia
Nove italiani su 10 conoscono le bevande a base vegetale e tra questi almeno 1 su 2 le consuma abitualmente (50,4%). Le scelgono soprattutto a colazione (65,8%) e merenda (25,7%). I motivi del loro successo sono legati alla dieta (41,7%), ma anche alla voglia di sperimentare qualcosa di nuovo e alla curiosità (35%).  

Foto di apertura: fonte Uif