Sostenibilità
Piccoli frutti, arrivano le serre contro il cambiamento climatico
Le ha adottate l’azienda trentina Sant’Orsola dopo una lunga sperimentazione
Per combattere il cambiamento climatico, le serre rivestono oggi un ruolo di primo piano. Succede all’azienda Sant’Orsola, specializzata nella produzione dei piccoli frutti, dove le nuove strutture adottate un anno fa riparano le colture da temperature troppo calde o troppo fredde, vento forte e fenomeni atmosferici improvvisi come bombe d’acqua e grandinate.
A riportare la notizia è il Corriere della Sera, che specifica come il progetto delle serre innovative di origine olandese sia stato portato avanti dai soci della cooperativa trentina, insieme a due ricercatrici dell’università olandese di Wageningen (Olanda), tali Cecilia Stanghellini e Isabella Righini.
Anche se il modello definitivo della serra sarà messo a punto per la fine del 2024, oggi - dopo un anno di sperimentazione - sono stati presentati i primi risultati.
Il primo merito riconoscibile alle strutture è la capacità di creare al loro interno un “microclima speciale – riporta l’articolo - capace di mantenere un ambiente adatto alla produzione di fragole e piccoli frutti”, mentre nelle serre tradizionali le temperature arrivano a sfiorare i 45 gradi al nord Italia e i 52 gradi nelle regioni meridionali.
Le nuove serre sono in grado di integrarsi al meglio anche con l’ambiente in cui sono inserite, grazie alla loro struttura robusta, di forma ogivale e con coperture verdi. Inoltre evitano l’installazione di supporti a terra, utilizzando a pieno le superfici coperte: un modo per incrementare lo spazio e agevolare l’abbassamento della temperatura.
Una serra di questo tipo rappresenta senza dubbio un grande passo per una cooperativa come Sant’Orsola, come ha spiegato al Corriere della Sera il direttore Matteo Bortolini: “L’investimento di una serra è il primo strumento per la coltivazione e la produzione di piccoli frutti, tanto oneroso quanto importante. Seguiamo una solida direzione tecnico-scientifica, garantita da attività di ricerca e esperienze di settore non indifferenti. La scelta del fare o non fare rimane sempre in capo all’azienda singola, ma penso che poter decidere sulla base di un’analisi condivisa e supportata agevoli e renda meno ‘ansiogena’ la decisione”.