«Pesticidi, non criminalizziamoli con una terminologia scorretta»

L'intervento della professoressa Maria Ludovica Gullino

«Pesticidi, non criminalizziamoli con una terminologia scorretta»

Il dibattito sui pesticidi pubblicato sulla nostra testata nei giorni scorsi (clicca qui per approfondire) ha stimolato diversi commenti a cura degli esperti del settore. Se ieri abbiamo riportato l’intervento del professore Stefano Maini (clicca qui ), oggi lasciamo spazio alla professoressa Maria Ludovica Gullino, che negli ultimi giorni aveva contribuito a stimolare il dibattito sul tema (clicca qui per approfondire).

Rispondo alle osservazioni del Prof. Maini, restando peraltro, fermamente convinta che, purtroppo, l’uso scorretto che molti, colleghi compresi, fanno del termine “pesticida” non derivi da una buona conoscenza o reminiscenza del latino, ma, piuttosto, da una maccheronica traduzione dall’inglese.  
E resto d’accordo con il Prof. Della Casa della necessità di non utilizzare una terminologia che, oltre che scorretta, tende a criminalizzare una classe di prodotti, che siano presidi sanitari o agrofarmaci, spesso indispensabili per contenere alcuni parassiti.
Dopodiché è anche naturale che la terminologia cambi con il tempo. Oggi, ad esempio, per non fare confusione con l’impiego di farmaci di origine naturale, si tende a non utilizzare più il temine fitofarmaci in sinonimia con agrofarmaci. Così come da tempo i fitopatologi hanno sostituito il termine lotta (molto, troppo aggressivo e non più in linea con le attuali strategie) con quello di difesa. 
Per concludere, credo che nessuno di noi metta la mattina nel caffè un cucchiaino di qualsiasi agrofarmaco e che siamo tutti convinti della necessità di 1) insegnare bene cosa sono e come funzionano gli agrofarmaci agli studenti; 2) aiutare i tecnici a impiegarli e farli impiegare al meglio; 3) comunicarne correttamente al grande pubblico le caratteristiche, positive e negative e il ruolo che essi hanno avuto e ancora hanno nella protezione delle colture e delle derrate.   
Con la finalità, che dovrebbe accomunarci tutti, di valorizzare le nostre produzioni agricole, che sono di ottima qualità, evitando di farci del male da soli, attività in cui, da italiani, siamo spesso campioni!