Pesche piatte avanti tutta!

Marco Eleuteri: «Con le nettarine a pasta gialla e le percoche completiamo la gamma»

Pesche piatte avanti tutta!

Passione, dedizione, cura dei dettagli e un orgoglio genuino, tipico di chi ama la propria terra. È ciò che ci ha trasmesso Marco Eleuteri, titolare dell’omonima azienda agricola a Civitanova Marche (Macerata) nonché presidente di OP Armonia, parlando di pesche, nettarine e percoche piatte
Probabilmente fra gli aggettivi dovremmo inserire anche “visionario”, perché non si impiantano 150 ettari di pesche piatte – che diventeranno 190 nel 2025 – senza una visione ben definita, soprattutto in un comparto, come quello peschicolo, che negli ultimi anni è stato caratterizzato da una forte tendenza agli espianti. “In effetti in Europa non esistono aziende con una superficie e una gamma così ampia dedicate esclusivamente alle pesche piatte, tanto che ci piace definirci The Flat Peach Company”.

“Una passione, quello per le pesche piatte, che nasce più di 40 anni fa quando mio padre, Giorgio, piantò le prime selezioni nella nostra azienda agricola, qui nelle Marche. Eravamo proprio alla preistoria, ma già si intravedeva il potenziale che si è palesato a metà anni ‘80 con la selezione, negli Stati Uniti, di Stark Saturn® che abbiamo subito portato in Italia. Da lì è nato un progetto di miglioramento genetico in collaborazione con l'Istituto Sperimentale di Frutticoltura di Roma, che ha generato la serie UFO. Nel frattempo, la Spagna è salita in cattedra, ed è diventata rapidamente leader su questo prodotto a livello europeo grazie anche agli importanti investimenti proprio nel breeding, senza dimenticare il ruolo della Francia, che tuttora detiene un patrimonio genetico di tutto rispetto”.

“Dal canto nostro – prosegue Eleuteri – abbiamo intessuto negli anni rapporti diretti sia con i principali breeder (Psb producción végétal) e centri di ricerca internazionale (IRTA in Spagna) e nazionale (Università di Ancona), acquisendo un know how tecnico che abbiamo adattato alla nostra realtà marchigiana, dove tutt’ora disponiamo di un campo sperimentale per testare le nuove selezioni e le ultime tecniche in campo agronomico. Negli ultimi anni, forti del riscontro del mercato, abbiamo accelerato ulteriormente il passo: da fine maggio a inizio settembre, saremo presenti sul mercato con 9 varietà di nettarine platicarpe, di cui 7 a pasta bianca e 2 a pasta gialla. Inoltre, nel corso del 2025, amplieremo ulteriormente la gamma delle nettarine piatte a pasta gialla per ottenere un calendario di maturazione di oltre 3 mesi senza soluzione di continuità, mentre per la pasta bianca è già completo e raggiunge quasi i 4 mesi”.

“Attualmente, la pesca piatta a polpa bianca rimane ancora la tipologia più importante per la nostra azienda, perché da sola vale oltre metà delle superficie complessiva e per la quale prevediamo ulteriori investimenti per il prossimo anno con cultivar di ultima generazione; inoltre, sempre nel 2025, inizieremo a coltivare i primi ettari di pesca piatta a polpa gialla per completare la nostra gamma assortimentale di pesche platicarpe”.

“Anzi, a onor del vero, amplieremo ulteriormente la nostra gamma, poiché fra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, piantumeremo 2 selezioni di percoche piatte per il consumo fresco. Una novità assoluta per l’Italia, frutto dell’importante lavoro di ricerca compiuto dal nostro variety selector, Samuele Crescenzi, che è riuscito a trovare quei sapori che ricerchiamo in questa tipologia di frutto. Inizialmente saremo presenti sul mercato con un mini-calendario di 2 mesi, ma nei prossimi anni prevediamo di allungare il periodo di commercializzazione”, specifica l’imprenditore.

I segreti per un prodotto di qualità: vocazionalità e know how
Il mantra dell’azienda agricola Eleuteri è quello di garantire una pesca piatta di grande qualità al consumatore. Un obiettivo sfidante che è raggiungibile solo se si è in grado di applicare tecniche agronomiche corrette in un territorio vocato: “Le Marche non possono permettersi le estensioni dei grandi poli peschicoli nazionali, come Romagna e Puglia, ma ci sono degli areali particolarmente vocati a questa coltura. Nella fattispecie, i nostri pescheti sono situati all’interno di vallate fluviali dove, grazie alle pendenze, non ci sono ristagni d’acqua. Inoltre, queste zone collinari sono distanti non più di 7/8 km dal mare, preferibilmente esposte a Sud, e, durante l’estate, sono rinfrescate dalla brezza marina estiva, che ogni sera si incanala nelle vallate, e garantisce un microclima sfavorevole all’insorgere di malattie e allo stesso tempo adatto per l’accrescimento dei frutti”.  

Tuttavia, “solo” un ambiente vocato non basta: “con oltre 40 anni di esperienza abbiamo affinato le tecniche colturali nei minimi dettagli, tecniche che adattiamo di volta in volta in funzione della cultivar”.
Entrando nei dettagli, gli impianti sono allevati secondo la forma ad Y alternata per una densità di piantagione di 2.000 piante/ha: “nel nostro areale è la forma che ci ha fornito le migliori performance, grazie alla capacità di intercettare buona parte della radiazione luminosa”. Il sottofila è dotato di pacciamatura (una rarità per il settore arboreo): “poiché ci permette di evitare i diserbi chimici”. Ovviamente non manca l’irrigazione di precisione con ala gocciolante e tutti i pescheti sono protetti con reti antigrandine. 

Un aspetto determinante a fini qualitativi è la gestione del carico produttivo: “occorre calibrare il carico produttivo di ogni pianta in modo che possa esprimere il maggior numero di frutti di alta qualità, ed è un parametro che cambia in funzione della varietà. Per esempio, abbiamo alcune cultivar diradate in fioritura e altre, viceversa, ad accrescimento del frutto. L’importante è non eccedere nella produzione. Mediamente ci posizioniamo in una forbice di 25-35 ton/ha, non oltre, per non inficiare le caratteristiche qualitative dei frutti”.

È evidente l’attenzione ai dettagli come dimostra la raccolta: “nell’azienda Eleuteri non esistono bins, ma solo cassette di max 10-13 chili, per evitare di danneggiare i frutti che sono più delicati perché li raccogliamo al giusto grado di maturazione; quindi, dobbiamo trattarli con la massima cura”.
“Mi rendo conto – conclude Eleuteri – che dall’esterno potremo apparire, per certi versi, esagerati, ma per un prodotto di alta qualità non ci sono compromessi ed è la cura dei dettagli a fare la differenza. Senza dubbio è una strada difficile da percorrere, ma i risultati ci stanno dando ragione e proseguiremo ancora più convinti”.