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Pesche, la Spagna torna a sorridere
Pro e contro di una campagna che sta per terminare
Buoni volumi e prezzi di esportazioni eccellenti caratterizzano la campagna peschicola spagnola (pesche, nettarine, pesche piatte e percoche, ndr) di quest'anno.
Dopo tre campagne di raccolta molto brevi per cause climatiche, è tornata una certa normalità, almeno durante il periodo di fioritura e allegagione. A parte qualche accavallamento produttivo, soprattutto per le pesche piatte, c'è soddisfazione per come è andata finora la stagione. Ma vediamo il riassunto dell'andamento produttivo nelle ultime cinque campagne.
A di là delle tonnellate, bisogna però segnalare che c'è stato un espianto in termini di ettari, soprattutto nelle varietà ultra-precoci, che alla fine non davano né buona produttività né buona qualità. E questo ha fatto bene a tutti e, in particolare, al mercato perché iniziare la campagna con prezzi alti e scarsa qualità, non ha fatto altro che causare la frustrazione dei clienti e un calo dei consumi.
La distribuzione di questo raccolto per zone di produzione è rappresentata nell'immagine successiva.
L'eccezionalità negativa dei tre anni precedenti si era verificata principalmente nella valle dell'Ebro (Catalogna + Aragona) e, in particolare, nella scorsa stagione con un taglio storico della produzione a causa degli eventi climatici avversi.
Questa situazione si è riflessa direttamente sui volumi delle esportazioni, da un lato e, dall'altro, con un cambiamento rilevante nei prezzi medi ottenuti. Innanzitutto vediamo i prezzi mensili, tenendo però conto che di questa campagna 2023 conosciamo in dettaglio solo i prezzi di aprile, maggio e giugno. Abbiamo stimato quelli di luglio e agosto sulla base delle informazioni degli operatori e dei dati settimanali pubblicati dalla rete dei mercati all'ingrosso (Mercasa).
Con tutti questi dati possiamo vedere quale è stata l'evoluzione delle esportazioni spagnole, i loro prezzi e la stima dei prezzi per questa campagna, dato che l'85% di questa si realizza in Spagna entro la fine di agosto.
Sviluppo della campagna
In termini generali, la campagna ha raggiunto cifre in tonnellate leggermente superiori rispetto al 2020 e al 2021, ma rimane al di sotto della cifra record del 2019, a seguot anche di una perdita di ettari. Il prezzo medio è inferiore a quello dell’anno scorso, ma superiore a quella degli anni 2020 e 2021 ma con un risultato economico irregolae fra le zone e le varietà nell'ambito delle diverse tiplogie.
La campagna ha avuto un buon inizio, sia in termini di produzione che di prezzi, rispettando quanto precedentemente detto sulla scomparsa di un certo numero di ettari di varietà ultra-precoci di bassa qualità. Ma, poi, sono arrivate le piogge di maggio e di inizio giugno, che hanno avuto due effetti sulla produzione.
Da un lato hanno diminuito i volumi per la mancanza di qualità, dall'altro si è verificata una sovrapposizione nei calendari che ha causato picchi di raccolto nelle prime settimane di giugno.
A quel tempo, le zone precoci dell'Andalusia, alcune della Murcia e quel poco che rimane a Valencia avevano già concluso la campagna, anche se ciò non influirà ssulla progressiva scomparsa degli ettari di alcune varietà ultra-precoci.
Per quanto riguarda le varietà nell'ambito delle differenti tipologie, soprattutto per le pesche piatte, quest’anno si è verificato un accavallamento produttivo.
Questo ingorgo ha causato un forte calo dei risultati delle pesche piatte per diverse settimane, per le perdite dovute a ritardi e alla mancanza di capacità di confezionamento o di stoccaggio in frogorifero.
Alla fine si è creata una situazione problematica per le pesche piatte, su cui si sta costruendo l'immagine di una tiplogia che ha toccato il fondo, cosa non del tutto vera, considerato che in prospettiva i calendari produttivi torneranno alla normalità.
Questo sentiment però non si è verificato nè per le pesche che, in misura ancora minore, anche per le nettarine che hanno avuto una commercializzazione piuttosto regolare. Questa situazione ha riguardato soprattutto la zona di Murcia, che era al suo picco di produzione in fase precoce, mentre la valle dell'Ebro era appena agli inizi.
La campagna della Valle dell'Ebro è stata abbastanza regolare come calendario e ritmo di produzione e anche se, come abbiamo anticipato, in Spagna manca ancora il 15% della campagna e, per le varietà tardive, queta è proprio concentrata nella Valle dell'Ebro. Pertanto, quest'area deve ancora sviluppare il 25% della suo raccolto, quindi può ancora migliorare o peggiorare leggermente il suo sviluppo.
In sintesi, possiamo affermare che la campagna 2023 può essere definitiva soddisfacente. Se i prezzi rispetteranno nella parte finale le aspettative, le quotazioni medie saranno di 1,45 euro al chilogrammo contro 1,64 euro dell'anno passato ma con maggiori volumi disponibili che faranno chiudere ocn un risulato economico complessivo superiore.
Hanno collaborato Fabrizio Pattuelli e Alice Magnani