Pesche e nettarine, la Romagna tornerà protagonista

Fornari (Apofruit): “Ottimo avvio di campagna. Ci sono le condizioni per investire di nuovo sulla peschicoltura”

Pesche e nettarine, la Romagna tornerà protagonista

È iniziata con qualche giorno di ritardo la raccolta delle pesche e nettarine in Romagna, ma il contesto commerciale lascia spazio all’ottimismo. A fare il punto sull’avvio della campagna è Ernesto Fornari, Direttore Generale di Apofruit, che sottolinea come le prime operazioni di raccolta stiano prendendo il via in un quadro produttivo complesso, ma con interessanti segnali di reattività sul mercato.

“In Romagna – spiega Fornari – siamo partiti con qualche giorno di ritardo, mentre in Puglia, tra Cerignola e San Ferdinando, i primi stacchi sono avvenuti con una settimana d’anticipo. Le condizioni meteo non sono state favorevoli in primavera: i freddi tardivi e le piogge durante la fioritura hanno penalizzato la produzione, tanto che ci aspettiamo un conferimento inferiore del 10-15% rispetto al potenziale da parte dei nostri soci romagnoli”.
A fronte di una produzione più contenuta, lo scenario commerciale mostra segnali incoraggianti. “Registriamo una certa brillantezza nei prezzi – conferma Fornari – anche grazie a un netto calo delle produzioni in Grecia, ma pure in Spagna e Francia; secondo quanto ci risulta, i quantitativi effettivi potrebbero essere persino inferiori rispetto alle stime ufficiali. Questo ha dato slancio agli scambi con l’estero, partiti meglio rispetto agli anni precedenti. Ad esempio, il Regno Unito, che normalmente si approvvigiona dalla Spagna, ha cominciato ad affacciarsi sul prodotto italiano, il che la dice lunga sulle difficoltà che sta attraversando il comparto iberico”.

Un altro elemento positivo è il distanziamento tra il calendario di raccolta del Sud e quello del Nord Italia, che quest’anno risulta ben definito: “A differenza di altri anni – sottolinea il direttore di Apofruit – i calendari di raccolta delle varietà non si stanno sovrapponendo tra le diverse aree produttive. Questo consente una gestione più equilibrata dell’offerta e aiuta a evitare picchi di prodotto nei mercati”.
Guardando avanti, la campagna sembra orientata verso un progressivo rafforzamento, con le nettarine ormai stabilmente protagoniste rispetto alle pesche: “Rappresentano circa il 70% dell’offerta – precisa Fornari – con picchi di consumo significativi previsti nel mese di agosto”.
Il manager si sofferma anche sulle prospettive future della peschicoltura romagnola, reduce da anni difficili: “Negli ultimi cinque anni abbiamo osservato un andamento commerciale finalmente positivo. Questo è avvenuto anche perché l’Europa ha ridotto l’offerta, che era evidentemente in surplus. A ciò si aggiunge una trasformazione degli areali produttivi: nel Sud Italia, per esempio, diversi territori stanno perdendo competitività a causa della scarsità di risorsa idrica e della diffusione di fitopatie, come la Sharka. Anche il Nord ha dovuto fare i conti con gelate primaverili, ma chi ha investito in impianti moderni dotati di sistemi di difesa attiva è riuscito a contenere i danni”.

Il messaggio di Fornari è chiaro: la Romagna può tornare a essere un’area di riferimento per le drupacee. “È ciò che stiamo condividendo con i nostri associati. Oggi ci sono le condizioni per investire nuovamente su questa coltura, lungo tutto l’arco stagionale, dal precoce al tardivo, cioè da fine maggio-inizio giugno fino alla seconda metà di settembre. Ma bisogna cambiare mentalità: servono impianti tecnologicamente avanzati, con coperture antigrandine e sistemi antibrina, e allo stesso tempo stiamo valutando – con il supporto degli enti di ricerca – tutte le innovazioni che possono rendere più efficiente la gestione del campo, soprattutto sul fronte della meccanizzazione”.

Tra le prospettive da esplorare c’è anche il segmento delle pesche e nettarine piatte, su cui Apofruit ha già avviato sperimentazioni. “Stiamo seguendo con attenzione l’evoluzione di questo segmento, che mostra dinamiche interessanti, anche se al momento le cultivar sembrano più performanti nel Sud Italia rispetto al Nord. È però ancora presto per trarre conclusioni: abbiamo già in produzione 4-5 varietà alla terza foglia e stiamo raccogliendo i primi dati, anche nel segmento biologico. Vedremo se potremo ampliare l’offerta in modo strutturato”. Un percorso che richiede tempo, ma che si inserisce in una visione strategica di rilancio. “Non pretendiamo di tornare ai volumi del passato – conclude Fornari – ma crediamo che questa coltura, simbolo della frutticoltura romagnola, possa ritrovare spazio e dignità grazie a investimenti mirati, nuove tecnologie e una gestione più razionale della produzione. Oggi ci sono tutti i presupposti per costruire una nuova stagione per le pesche e nettarine della Romagna”.