Attualità
Pesche e nettarine, in Turchia crollano i prezzi
Il deprezzamento è una conseguenza delle tensioni in Russia
Oltre alle conseguenze dirette sulle popolazioni civili, la guerra in Ucraina e le tensioni degli ultimi giorni in Russia stanno modificando gli assetti dell’economia mondiale e il settore ortofrutticolo non fa eccezione. Come riportato in un articolo di East Fruit (clicca qui per approfondire), l’intricata situazione interna in Russia – con cattura dei ribelli ed ex prigionieri – ha portato ad un crollo dei prezzi della frutta in molti Paesi che commercializzano con la federazione.
A complicare l’approvvigionamento di frutta di stagione è stata la forte svalutazione del rublo russo e, allo stesso tempo, il blocco delle strade che garantiscono la logistica in entrata.
A registrare i maggiori cali di quotazione sono state pesche e nettarine in Georgia, Armenia, Azerbaigian, Iran e Turchia.
Come ha affermato anche Fedir Rybalko, consulente internazionale della Fao: “Letteralmente in un giorno, i prezzi di questi frutti si sono quasi dimezzati, da 0,80 a 0,45 dollari al chilogrammo; con una tendenza al ribasso dei prezzi continua”.
In base agli sviluppi delle tensioni interne, si prevede che la svalutazione dei prodotti possa estendersi anche in altri Paesi come Uzbekistan, Kazakistan e Tagikistan. Un’ipotesi che rappresenterebbe un duro colpo per gli agricoltori di tutti i Paesi della regione, considerato che siamo nel pieno della stagione delle drupacee e che non esistono alternative al mercato russo.
Se da un lato i Paesi fornitori vedono crollare le quotazioni, nel mercato interno russo si verifica il contrario: i prezzi aumentano a causa della mancanza di prodotto e dalla svalutazione del rublo russo. E se lo scenario peggiorerebbe ancora se il rublo russo dovesse continuare la sua svalutazione.