Pesche, cosa succederà dopo il boom produttivo in Spagna?

L’analisi dei trend iberici: volumi eccedentari e calibri limitati

Pesche, cosa succederà dopo il boom produttivo in Spagna?

Le stime produttive sulle pesche spagnole sono state ‘ smentite' e ora il Paese si trova a fare i conti con un mercato sovraffollato. Se finora le condizioni climatiche non erano state delle migliori e avevano limitato la maturazione dei frutti, adesso si assiste ad una concentrazione della produzione. Le varietà di inizio e metà stagione si sono sviluppate tutte nello stesso momento, con conseguenti calibri piccoli e un eccesso di volumi che nuocciono al valore commerciale dei prodotti.
Abbiamo chiesto un parere al nostro corrispondente Paco Borras. Ecco le sua fotografia del mercato spagnolo.   

A fine aprile avevamo fatto un commento sulle previsioni di raccolta per la Spagna (clicca qui per approfondire ) che, come si è visto anche dall'analisi di Europech, ha "quasi" confermato le nostre previsioni.


Il quadro era il seguente:

Clicca qui per ingrandire la slide

In primavera si pensava ci fosse una produzione di pesche piatte inferiore all'anno record del 2019 (323.226 tonnellate), invece i dati di Europech riportano una produzione pari a 335.929 tonnellate per il 2023.
La campagna è andata abbastanza bene dall'inizio fino alla seconda settimana di giugno con prezzi accettabili. Ma è evidente che la situazione si è complicata in questi ultimi giorni, in particolare per le pesche piatte.

E ancora una volta, come di consueto, le condizioni meteorologiche sono state quelle che hanno influito in maniera decisiva su questa situazione. Abbiamo prima sperimentato un intenso periodo di siccità, da gennaio a metà maggio, seguito da un mese di aprile con temperature da piena estate. Ha cominciato a fare più fresco entrando in maggio, per poi iniziare un periodo di piogge e temporali conclusosi nel finale di maggio fino al giorno del solstizio d'estate, cioè il 21 giugno, quando abbiamo registrato gli ultimi temporali.
Tutto questo insieme di eventi climatici - oltre al fatto che la Spagna ha perso una parte significativa delle sue ciliegie nella Valle del Jerte, nella Valle dell'Ebro e nelle montagne di Alicante - ha influenzato direttamente il calendario di pesche e nettarine, ma soprattutto quello delle pesche piatte.

Sono due le problematiche che riguardano pesche e nettarine: da un lato stiamo assistendo ad un sovraffollamento produttivo di varietà che maturano solitamente in periodi diversi e, dall’altro, c’è una carenza dei calibri maggiori.
Questi problemi sono particolarmente sentiti per le pesche piatte: su questi frutti è evidente la maturazione di più varietà nello stesso momento, che altrimenti avverrebbe in periodi scaglionati.  
Le pesche piatte soffrono anche il problema della pezzatura e, nei frutti raccolti finora, i calibri registrati sono limitati rispetto alle altre stagioni. 

Di fronte a questa situazione, possiamo arrivare ad una prima conclusione: cioè che tra qualche settimana si noterà la mancanza delle pesche e nettarine, in particolare delle pesche piatte.

Non stiamo di certo raccontando una novità ma questo discorso ci porta ad una riflessione più ampia, quello sull’andamento climatico. È necessario capire che quando la stagione primaverile cambia - come ci è capitato l'anno scorso ed anche quest’anno (seppure con altri ritmi) - alla fine i prodotti della  natura ne subiscono le conseguenze.


Hanno collaborato Fabrizio Pattuelli, Alice Magnani e Giorgia Cifarelli