Dal campo
«Pericoltori non fate gli zombie»
Il produttore Golinelli incita all’azione contro il caro-spesa
Il prezzo minimo delle pere è da tempo uno dei cavalli di battaglia del produttore Luigi Golinelli (nella foto di apertura) che, con il gruppo tecnico-informativo-economico “Pere a due euro”, porta avanti la battaglia per gli imprenditori (clicca qui per approfondire).
“Con il nostro gruppo riuniamo 250 imprese tra Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna, dove si concentra il 30-40% della produzione nazionale di pere – spiega Golinelli a IFN – e ora, considerato che il contributo pubblico per le polizze assicurative è passato dal 70% al 40% (clicca qui per approfondire), è giunto il momento di reagire”.
E sottolinea: “Per le problematiche che ci sono state, con il grande gelo che ha azzerato all’80% le produzioni, le nostre aziende non riescono ad affrontare altre spese, soprattutto dopo cinque anni devastanti in cui non abbiamo più avuto reddito”.
Golinelli specifica come non basti neanche il ruolo del fondo mutualistico Agricat costituito e finanziato dai produttori: “Ci viene riconosciuto un aiuto di 1.100 euro ad ettaro quando la perdita arriva a 10 mila euro ad ettaro”. “Per non parlare dei risultati del tavolo tra mondo cooperativo e associazioni dello scorso 24 ottobre – continua – quando sono stati stanziati 10 milioni di euro per tutte le imprese di pere, che arriveranno ad una cifra grosso modo inferiore a mille euro a produttore”.
Golinelli è critico anche sulla decisione del ministro Lollobrigida che, come sostiene “ha pensato bene di togliere il contributo sulle assicurazioni sulla grandine e vento di un altro 30% sui premi assicurativi, raddoppiando il pagamento dell’assicurazione in corso nel 2023. In questo modo abbiamo dovuto pagare anche il 2022 perché lo Stato ha deciso di pagarlo solo al 40% mentre il 60% rimane accollato a noi. In conclusione dobbiamo pagare 2 mila euro in più ad ettaro per l’assicurazione e, oltre a non essere arrivati fondi, abbiamo pure dovuto anticiparli: è assurdo cambiare le carte in tavola per l’annata in corso. Questo non è certo un comportamento che si addice ad uno Stato che crede nella sovranità alimentare, quando tutti conoscono l’indotto generato dal nostro settore”.
E conclude: “Personalmente ho pagato 70 mila euro in più perché ho dovuto rimborsare quello che lo Stato non ha pagato nel 2022 e anche nel 2023”.
Il gruppo “Pere a due euro” è pronto a reagire
I produttori riuniti nel gruppo non si limitano a guardare i fatti e stanno programmando un’azione di gruppo con i produttori francesi. “Ormai i produttori italiani si comportano da zombie e non reagiscono neanche più ma questo non è il nostro caso – dice Golinelli – non possiamo vivere così, è giunto il momento di fare qualcosa. Ecco perché stiamo programmando un incontro con i produttori francesi, che sono pronti a protestare per i diritti che ci meritiamo. Non possiamo più accettare questa situazione in maniera passiva”.
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