Pere, sarà l'anno della Spagna?

Le coltivazioni italiane falcidiate dagli eventi meteo, dal Paese iberico attese maggiori forniture

Pere, sarà l'anno della Spagna?

“Per fortuna che c’è la Spagna”. Negli ultimi giorni è una frase che abbiamo sentito ripetere frequentemente da diversi operatori nei mercati all’ingrosso che trattano pere. Infatti, a partire dalla scorsa settimana, sono arrivate nelle principali piazze italiane le prime partite di pere spagnole.   

Nella fattispecie si tratta di Carmen, Ercolini e precoce Morettini le classiche varietà estive che danno il via alla stagione pericola, che quest’anno sembra essere targata Made in Spain. D’altro canto, le previsioni produttive per il paese iberico stimano un incremento di oltre il 50% rispetto alla scorsa annata (clicca qui per leggere la notizia), per un volume complessivo pari a circa 190 mila tonnellate. I prezzi, come ogni inizio campagna, sono sostenuti, e in mercato si avvicinano a 3 euro al chilogrammo per i calibri più grossi, a fronte di una qualità eccellente. 

Volgendo lo sguardo a casa nostra qualche piccola partita si trova, ma la maggior parte degli stacchi dovrebbe iniziare verso fine di questa settimana. Ascoltando gli operatori ci sono grandi incognite su ciò che potrà esprimere la pericoltura italiana, poiché le principali zone produttive sono state colpite da ogni evento meteo catastrofico attualmente immaginabile: gelate tardive, grandinate (a più riprese), forti venti e piogge incessanti (senza contare le zone alluvionate). Se a ciò aggiungiamo la lunga serie di patogeni che sta interessando la coltura del pero, è facile comprendere come non ci troveremo di fronte ad una annata di carica. 

Questo comporterà con buona probabilità un maggior approvvigionamento all’estero, a partire dalla Spagna che è notoriamente competitiva durante il periodo precoce (senza sottovalutare le sue produzioni di Abate), per poi proseguire con Olanda e Belgio che negli ultimi anni hanno goduto del deficit produttivo italiano. Una situazione vista e rivista negli ultimi anni, ed è normale che ciò accada di fronte ad una annata di “scarica”. La speranza è che arrivino tempi migliori.