Pera Williams: annata produttiva positiva, ma resta l’incognita dei parassiti

I tecnici della Fondazione Navarra: “Rese in linea col 2024, qualità buona e prezzi incoraggianti”

Pera Williams: annata produttiva positiva, ma resta l’incognita dei parassiti

Siamo ormai alle battute finali della raccolta della pera Williams, scoperta in Inghilterra tra il 1765 e il 1770 e ancora oggi, dopo oltre due secoli e mezzo, la varietà più coltivata e conosciuta al mondo. La sua forza è la versatilità: ideale sia per il consumo fresco sia per la trasformazione industriale. Per fare il punto sull’andamento della campagna nel Ferrarese, abbiamo riportato le analisi di Michele Mariani e Alessandro Zago, tecnici della Fondazione per l’Agricoltura F.lli Navarra di Ferrara.

“La maggior parte degli impianti realizzati a partire dalla metà degli anni ’90 sono stati messi a dimora su cotogno diretto o con intermedio, nonostante la scarsa affinità con questa radice – spiegano i tecnici –. In molti casi le piante, dopo alcuni anni, hanno iniziato a mostrare una vegetazione stentata, poco rinnovo e soprattutto frutti tondi, non tipici della varietà”.
Per correggere queste problematiche, negli ultimi anni si è scelto di puntare su Franco da seme o Farold 40. “L’entrata in produzione è più lenta – sottolineano – ma rese, costanza produttiva e longevità sono nettamente superiori rispetto al cotogno”. Di contro, si tratta di impianti voluminosi e difficili da coprire con le reti antigrandine o anticimice, risultando quindi più vulnerabili agli attacchi parassitari.

Sul fronte produttivo, “nel 2024 la resa per ettaro in provincia di Ferrara ha sfiorato le 25 tonnellate – evidenziano Mariani e Zago – e per quest’anno ci si attende un livello simile. Il calibro appare buono su cotogno, mentre su franco risulta più disforme; tuttavia i frutti presentano forma tipica e buccia liscia, caratteristiche fondamentali per la destinazione al mercato fresco, decisamente più remunerativo rispetto all’industria”.
Dal punto di vista fitosanitario, la difesa contro i funghi si è rivelata efficace. Più complessa invece la gestione di cimice asiatica e psilla: “Alcuni impianti, quasi tutti su franco, presentano un numero rilevante di frutti colpiti da cimice, mentre per i frutteti seriamente compromessi da psilla è difficile individuare un denominatore comune”. Decisamente più contenuti i danni da eriofide vescicoloso, che negli anni precedenti aveva preoccupato tecnici e produttori per i danni precoci a foglie e frutti. Negli ultimi anni, la quota di Williams destinata al mercato fresco è in costante aumento, sostenuta da liquidazioni soddisfacenti e da un clima di fiducia. “Gli operatori commerciali sono ottimisti – concludono i tecnici – e il consiglio ai produttori è di continuare a piantare senza esitazione questa storica varietà”.