Per le castagne si conclude una stagione al contagocce

Il produttore De Maio: «Abbiamo perso quasi il 50% di prodotto»

Per le castagne si conclude una stagione al contagocce

La campagna castanicola 2023 non è stata tra le più semplici e le previsioni negative di inizio stagione sono state confermate. Tira le somme per IFN il produttore Vincenzo De Maio, dell’omonima azienda di Forino (Avellino), che dedica 300 ettari alle castagne. L’azienda campana coltiva il marrone di Serino Igp, la castagna Verdolo, il marrone di Santa Cristina e quello di Montella. 

“Abbiamo concluso la stagione a novembre e possiamo confermare di aver perso come areale circa il 50% di prodotto, con picchi anche del 60%. Sin dai primi scampoli di stagione abbiamo notato ritardo delle fioriture, l’eccessiva piovosità durante l’impollinazione ha influito negativamente e parte della produzione ha subito qualche grandinata”. 

“Tutti gli areali, sia nazionali che internazionali, come Portogallo e Spagna, hanno avuto forti perdite. Fortunatamente, non abbiamo avuto problemi con i marciumi; infatti, il periodo siccitoso autunnale ha limitato le infezioni fungine”. 

L'insieme di questi fattori ha generato un’offerta molto limitata e ha contribuito a spingere le quotazioni che sono state soddisfacenti. Le castagne di qualità hanno avuto una forbice di mercato tra i 2 e i 3,50 euro al chilogrammo in campagna. La certificazione Igp è stata vitale per dare un appeal maggiore al prodotto dell’Irpinia, sia per gli addetti ai lavori che per i consumatori, invogliati ad acquistare un prodotto qualitativamente garantito”. 

“Ma si può fare ancora di più: abituare i consumatori a un consumo costante della castagna e ampliare l’impiego anche ai trasformati, che permetterebbe di essere presente 365 giorno all’anno”, conclude De Maio