Attualità
Pelato di Napoli, l’Igp si fa ancora attendere
De Angelis (Anicav): «Attendiamo da quattro anni, ora pressing sull’Ue»
Il Pelato di Napoli attende ancora il riconoscimento Igp. Dopo due anni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del disciplinare di produzione del Pomodoro Pelato di Napoli Igp, in Campania attendono ancora il passo definitivo, ovvero la registrazione comunitaria del marchio di qualità.
L’impasse, come riporta il Sole 24 Ore, è infatti dovuta ad una serie di chiarimenti richiesti da parte della Commissione europea riguardo al termine ma, nonostante l'allora ministero delle Politiche Agricole li abbia forniti, non c’è ancora stato il riconoscimento finale.
“Non c’è più tempo da perdere – dichiara Giovanni De Angelis, direttore di Anicav in occasione di un recente dibattito sul tema -. È necessario fare pressing sull’Unione Europea per portare a termine una procedura a cui lavoriamo da quattro lunghi anni”.
Conti alla mano, oggi sono destinate alla produzione di pomodoro pelato circa 950mila tonnellate di prodotto trasformato nelle 5 regioni dell’area Igp (Campania, Puglia, Basilicata, Abruzzo e Molise), con un fatturato che sfiora 1,5 miliardi, di cui oltre 1 miliardo deriva dall’export.
L’Igp garantirebbe quindi, oltre ad una maggiore valorizzazione del prodotto, anche un aumento del valore economico dell’intera filiera, con un ritorno anche in termini di produzione e occupazione.
La proposta del marchio Igp è stata avanzata nel 2017 dal Consorzio insieme ad Anicav e puntava alla riscoperta di una produzione tipica del Mezzogiorno, negli anni però superata da passate di ciliegini e datterini.