Dal campo
Paracoccus burnerae: “nuova” cocciniglia negli agrumeti, allerta anche in Italia
I sintomi variano dalla distorsione fogliare alle depressioni sui frutti

Negli agrumeti di Huelva, in Spagna, è stata recentemente confermata la presenza di Paracoccus burnerae, una cocciniglia cotonosa finora poco segnalata in Europa – come riporta l’entomologo spagnolo Jesús Quintano Sánchez, che ha documentato la sua comparsa mescolata agli attacchi del più noto Planococcus citri. Una segnalazione che deve destare attenzione anche nel settore agrumicolo italiano.
Sebbene le due specie di cocciniglie siano molto simili morfologicamente, la distinzione tra di esse è fondamentale per l'efficacia delle strategie di difesa integrata. In Spagna, infatti, gli agrumicoltori stanno adottando il controllo biologico tramite il rilascio del parassitoide Anagyrus vladimiri, efficace contro Planococcus citri ma del tutto inefficace su Paracoccus burnerae. Di conseguenza, se quest'ultima specie diventasse dominante, le strategie di lotta dovrebbero essere completamente ricalibrate.

Sintomi
I segnali della presenza di Paracoccus burnerae sono visibili ma possono facilmente essere confusi con quelli causati da altre cocciniglie. Le punture di alimentazione sulle foglie provocano deformazioni a carico della nervatura principale, che può torcersi fino a 90° o 180°, mentre sui frutti giovani possono comparire ammaccature e leggere depressioni superficiali. Segni che, in mancanza di un'identificazione corretta della specie, rischiano di essere sottovalutati o mal interpretati.

Rischio per l'Italia
L'Italia, grande produttrice di agrumi, soprattutto in regioni come Sicilia, Calabria e Puglia, non può permettersi di ignorare questa minaccia. Le condizioni climatiche mediterranee sono ideali per l'espansione di Paracoccus burnerae, e la crescente pressione dei cambiamenti climatici potrebbe favorire ulteriormente l'insediamento di nuovi fitofagi. Inoltre, i flussi commerciali sempre più intensi con la Spagna e altri Paesi del Mediterraneo, aumentano il rischio di introduzione accidentale.
Un eventuale insediamento stabile di Paracoccus burnerae nei nostri agrumeti complicherebbe la gestione fitosanitaria, rendendo necessaria l'introduzione di nuovi antagonisti naturali o il ripensamento dei protocolli di lotta integrata attualmente in uso. Da qui l'importanza di campagne di monitoraggio mirate, aggiornamenti tecnici agli operatori del settore e un rafforzamento dei sistemi di difesa fitosanitaria nazionale.
Fonte foto: pagina Linkedin Jesús Quintano Sánchez
