Il meglio di IFN
Panama condizionerà la disponibilità di ortofrutta più del prezzo
Curti (Dole): situazione nel canale monito per chi non programma a lungo termine
“Credevo che la formula vincente del futuro avendo la tracciabilità e il controllo completo della filiera fosse “qualità + servizio”. Ora, invece, penso sia necessario aggiornarla in “disponibilità, qualità e servizio”. È la prima riflessione che Giusto Curti, General Manager di Dole Italia, ha rivelato ad IFN appena gli è stato chiesto delle possibili ripercussioni che avrà sul commercio ortofrutticolo la crisi che sta colpendo il Canale di Panama.
“Neppure il migliore degli analisti poteva prevedere che la prolungata siccità potesse avere conseguenze così nefaste sul Canale di Panama. I bacini che riforniscono di acqua dolce il sistema di chiuse sono in secca e, di conseguenza, l’imposizione di restrizioni al passaggio ha portato ad una riduzione graduale del numero di navi che ogni giorno possono attraversare il Canale. A novembre si è passati dalle 31 alle 25 imbarcazioni al giorno, e si arriverà a 18 a febbraio 2024: vale a dire circa la metà delle navi che transitano Panama in condizioni normali.”
“Tutto ciò sta generando contraccolpi sul mercato: il costo dei transiti spot sono immediatamente schizzati alle stelle, rendendo più complicato il movimento da parte di quegli operatori che prediligono la speculazione alla pianificazione. E alcune aziende di altri settori merceologi sono arrivate addirittura a valutare il passaggio dallo Stretto di Magellano. È chiaro che per un’azienda strutturata come Dole non ci saranno particolari problemi, poiché operando sulla base di contratti di trasporto a lungo termine non risentiremo di tale dinamica.”
“La crisi del canale di Panama – aggiunge Curti – è l’ennesima conseguenza del cambiamento climatico alla quale purtroppo dovremo abituarci. Non dimentichiamo, per esempio, l’impatto a livello globale causato da El Niño che ha destabilizzato, e continuerà a farlo in futuro, interi settori produttivi.”
“È chiaro ed evidente che stiamo assistendo ad una serie di eventi che definire eccezionale, vista la frequenza, è oramai anacronistico. Bisogna mettersi nell’ordine di idee che occorre un salto di qualità nelle relazioni commerciali fra produzione e distribuzione. In Italia continuiamo a perdere ancora troppo tempo a ragionare sui prezzi, a tirare sui centesimi al chilo, ignorando che il vero problema a breve più che il prezzo sarà avere la disponibilità di quel determinato prodotto.”
“Negli Stati Uniti, dove il mercato della frutta esotica è certamente più maturo, si sta andando in questa direzione, privilegiando una strategia ad ampio respiro volta a pianificare le forniture a scapito di una tattica speculativa di breve termine. E se aggiungiamo anche il probabile incremento della domanda da parte dei Paesi in via di sviluppo è facile immaginarsi che le dinamiche che governano il nostro settore dovranno cambiare drasticamente.”
“Per quanto ci riguarda”, conclude Curti, “da diverso tempo abbiamo provveduto ad ampliare il nostro parco fornitori diversificando le zone di approvvigionamento, a patto che ci siano le condizioni per operare secondo i nostri rigorosi standard internazionali di produzione. La nostra mission è sempre stata quella di abbinare qualità eccellente di prodotto a un elevato servizio e questo intendiamo garantire in ogni circostanza. La sfida si sposta ora, come spiegato in apertura, sulla disponibilità di prodotto e anche per questa nuova competizione ritengo che come più grande player mondiale abbiamo tutte le carte in regola per vincerla.”