Pallottini sul futuro dell’ingrosso: meno mercati ma più strategici

«Si lavori per sviluppare una visione d’insieme»

Pallottini sul futuro dell’ingrosso: meno mercati ma più strategici

Durante l’evento sul futuro dei mercati all’ingrosso, organizzato da Italmercati in collaborazione con Ismea, svoltosi martedì scorso al CNEL, è emerso con chiarezza come sia necessaria una riorganizzazione delle strutture lungo tutta la Penisola: 137 mercati sono oggettivamente troppi, soprattutto se paragonati a Francia e Spagna che si fermano, “solo” a 26 e 24 mercati rispettivamente. Anche in questo caso è evidente come la frammentazione sia un male che affligge tutta la filiera ortofrutticola a prescindere che ci si trovi a valle o a monte. Per superare questo impasse, Fabio Massimo Pallottini, Presidente di Italmercati, ha proposto una riforma del sistema italiano: “Questa frammentazione ha portato molte di queste strutture a perdere rilevanza e strategicità per il Paese, facendo perdere, difatti, la visione d’insieme del settore. Italmercati nasce dalla sentita esigenza di porre rimedio a tale frammentazione, per fare sistema e lavorare in sinergia con un numero – magari ridotto – di strutture, ma con medesime caratteristiche e visione futura. Vogliamo lanciare una sfida a livello nazionale: lo sviluppo futuro dei Mercati deve essere accompagnato da un percorso di aggregazione delle realtà esistenti in strutture moderne, più grandi ed efficienti, con evidenti ricadute positive, quali un efficientamento della catena logistica e una minor dispersione degli investimenti”.

Proprio in merito alla dispersione degli investimenti l’ultimo bando del PNRR è un esempio calzante: “Va premesso che lo stanziamento di 150 milioni di euro per sostenere progetti di ammodernamento dei mercati agroalimentari all’ingrosso è stato un primo passo molto importante per rilanciare il comparto, che la rete di Italmercati ha colto appieno, come dimostrano le agevolazioni colte da 14 mercati, per un totale di quasi 120 milioni. Tuttavia, a causa dell’originaria impostazione del bando e dei relativi criteri di assegnazione dei fondi, si segnala come le domande di investimento siano state valutate senza tener conto dei reali impatti sul sistema agroalimentare territoriale e nazionale. Non è stata prevista alcuna premialità associata alle dimensioni fisiche ed economiche della struttura che ha presentato il progetto, né in termini di maggiorazione del premio, né di priorità di accesso”. 

In effetti ogni mercato poteva accedere ad un finanziamento massimo di 10 milioni di euro a prescindere dalla sua dimensione.
“Da questa visione critica nasce, anche su impulso del MASAF, l’esigenza di individuare un numero ridotto di strutture strategiche, per ridurre il rischio di dispersione dei finanziamenti”, sottolinea Pallottini. 

Dalle parole del manager romano è evidente come l’obiettivo di Italmercati sia quello di divenire interlocutore chiave e rappresentanza dell’intero Sistema sia a livello nazionale che internazionale, partendo dall’individuazione delle strutture maggiormente strategiche per il sistema Paese: “Ci impegniamo a proporre una riforma fondata su due prerequisiti ritenuti indispensabili: 
Gestione societaria => La gestione del Mercato all’Ingrosso / Centro Agroalimentare deve essere in capo ad un soggetto preferibilmente pubblico ma anche privato, purché sia distinto dall’Ente locale. 
Dimensione minima in termini di fatturato dell’Ente Gestore => Un Mercato, per essere definito “strategico”, dovrebbe garantire un fatturato minimo annuo dell’Ente gestore pari ad almeno €500.000.

Inoltre, un Mercato all’ingrosso, per essere definito “strategico” dovrebbe possedere almeno una delle seguenti caratteristiche: 
1. Mercati a servizio di una Città Metropolitana 
2. Mercati insediati in aree a rilevante vocazione agricola 
3. Mercati insediati nei pressi di interporti, porti, aeroporti, autostrade 
4. Mercati che rappresentano un unico punto di riferimento regionale 
5. Mercati che gestiscono più settori merceologici 
6. Mercati che possiedono un Piano del Cibo operativo 

Con la riforma dei mercati “strategici” ci sarebbero tutti i presupposti per raggiungere obiettivi ben più ambiziosi:
• La creazione di un network di mercati strategici per condividere le Politiche di settore a livello regionale e nazionale che possa accedere ai finanziamenti per l’evoluzione delle strutture e degli operatori.
• Coinvolgere attivamente i mercati all’ingrosso nei tavoli di discussione della nuova PAC e in altri progetti di filiera.
• Aprire un tavolo di lavoro sulla logistica per recuperare efficienza e valore, favorendo il legame tra Grande distribuzione, mercati e filiere produttive.

“È finito il tempo del protagonismo solitario – spiega Pallottini – che è la causa principale per cui i mercati sono stati penalizzati nei tavoli che contano in tutti questi anni. Infatti, per incidere a livello istituzionale occorre una sola voce e Italmercati appare il soggetto più adeguato a ricoprire questo ruolo. E voglio chiudere con una proposta ulteriore: citiamo spesso gli spagnoli come modello di successo da seguire, e ricordo come in Spagna lo Stato ha costituito la società MERCASA per la realizzazione e la gestione di una rete di Mercati all’Ingrosso in collaborazione con le istituzioni locali. La partecipazione di MERCASA in tutte le singole società di gestione dei Mercati rende la rete un vero “sistema”, caratterizzato da forte imprenditorialità. A questo punto, mi domando, si potrebbe esplorare la possibilità che ISMEA possa diventare azionista anche di minoranza, dei mercati all’ingrosso strategici? Sarebbe sicuramente l’avvio di un percorso che potrebbe portare a grandi risultati”.