Nocciole, raddoppiati in 10 anni gli arrivi dall'estero

L'Italia importa metà del fabbisogno

Nocciole, raddoppiati in 10 anni gli arrivi dall'estero

lNegli ultimi due anni la crisi climatica ha tagliato di un terzo la capacità produttiva italiana di nocciole nonostante negli ultimi dieci anni se ne producano e consumino sempre di più. Infatti, come riporta il Sole 24 ore, nel nostro paese gli ettari dedicati alla coltivazione di nocciole sono cresciuti del 25% in questo lasso di tempo. La produzione è arrivata a superare abbondantemente le 100mila tonnellate per un totale di 85mila ettari. La siccità ha però compromesso l'ultimo raccolto. 

Piemonte, Lazio e Campania si confermano le principali regioni produttrici, rendendo l'Italia il secondo produttore mondiale dopo la Turchia. Il nostro paese importa però quasi metà del fabbisogno e negli ultimi dieci anni gli arrivi dall’estero sono più che raddoppiati. La Turchia copre da sola la metà delle importazioni italiane, pari lo scorso anno a 75mila tonnellate, seguita a lunghissima distanza nella classifica dei fornitori da paesi come Cile, Georgia e Azerbaigian.

Complessivamente la produzione mondiale di nocciole dovrebbe raggiungere quest’anno 1,23 milioni di tonnellate (poco più 585mila in equivalente prodotto sgusciato), in crescita del 6% rispetto alla scorsa campagna secondo le stime dell'International nut & dried fruit council (Inc). Un risultato spinto dai raccolti in Turchia, stimati in crescita del 5%, che rafforzerà così il controllo dell’offerta globale, potendo contare quest’anno anche su scorte iniziali più abbondanti, pari a 105mila tonnellate e destinate a salire a 120mila a fine campagna.
Anche gli Stati Uniti, terzo player mondiale dove la gran parte della produzione è concentrata nello Stato dell’Oregon, nell’ultima annata hanno aumentato la produzione del 5%, con un raccolto di oltre 72mila tonnellate, ritenuto di qualità particolarmente elevata per le condizioni climatiche ideali che hanno caratterizzato la campagna. Anche se l’Usda, i dipartimento dell’Agricoltura Usa, ha pubblicato una stima più prudente rispetto a quella degli analisti dell'Inc indicando un raccolto 2022 di 61.700 tonnellate.

Il resto dei produttori alle spalle di Turchia, Italia e Stati Uniti, rappresentano messi insieme un quinto dell’offerta mondiale. Nell’ordine, la campagna 2022-23 vede la produzione dell’Azerbaijan, con 55mila tonnellate (in calo rispetto alle 60mila nella campagna 2021-22) che ha superato quella della Georgia, scesa a 40mila tonnellate rispetto alle 55mila dell'annata precedente.

Seguono il Cile, primo produttore dell’emisfero australe, che ha realizzato invece nell’ultimo anno un raccolto più abbondante del 20%, spingendosi a quota 54mila tonnellate, e la Cina con una crescita produttiva del 9% pari a circa 31mila tonnellate.

In Italia, intanto, le importazioni di nocciole (tra prodotto in guscio e sgusciato) hanno superato abbondantemente, secondo l’Istat, 75mila tonnellate nel 2022 (per l'85% si tratta di prodotto già sgusciato), con una crescita in volume del 13% sul 2021, a fronte però di una spesa sostanzialmente invariata (-0,6%) a 355 milioni di euro, oltre metà della quale (il 55%) riconducibile ai rapporti commerciali con la Turchia.
I rischi per le varietà italiane – tra cui molte Dop e Igp – nel 2023 sono la fioritura precoce e le gelate tardive primaverili, le più temute dai corilicoltori insieme alla scarsità di precipitazioni ormai strutturale che sta imponendo a tutta l’agricoltura italiana (e non solo) una nuova cultura dell’acqua.