Il meglio di IFN
Nelle arance il confezionato surclassa lo sfuso
Frequenza di acquisto in crescita solo nel discount e, parzialmente, nel supermercato

Proseguono gli approfondimenti del Monitor Ortofrutta di Agroter, realizzati in collaborazione con il consumer panel di YouGov, sull’evoluzione del profilo dell’acquirente italiano di ortofrutta. Questa volta l’analisi si concentra su una delle categorie più rilevanti per i consumi nazionali, che gioca anche un ruolo chiave nell’apporto di vitamina C per la nostra popolazione. Stiamo parlando, naturalmente, delle arance, che nell’arco dei 12 mesi si collocano al quarto posto tra i frutti più consumati, ma che salgono in vetta durante il periodo autunno-invernale, grazie alla presenza del prodotto nazionale.
Dall’analisi proposta emerge con chiarezza il ruolo crescente del prodotto confezionato che, in molte categorie, sta progressivamente sostituendo lo sfuso. Nel caso delle arance, il confezionato — principalmente in reti o borse — rappresenta da anni una soluzione consolidata, e questa analisi mette in luce come negli ultimi tre anni la preferenza verso questa modalità di acquisto sia ulteriormente cresciuta.
Quota di famiglie acquirenti e frequenza di acquisto in calo per le arance, ma non per quelle confezionate
Diversamente da molte altre categorie e dalla frutta in generale, la penetrazione delle arance registra un calo nel progressivo a febbraio 2025 rispetto allo stesso di due anni fa. La quota di famiglie acquirenti scende infatti di 0,4 punti percentuali, pur mantenendosi su un livello comunque elevato (72,5%). Si riduce leggermente anche la frequenza di acquisto (-1%), un segnale di allarme se si considera che, nel complesso, la frutta segna una crescita dell’11%.

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Questo scenario sfavorevole per la categoria delle arance merita un approfondimento in relazione alla modalità di vendita, poiché emergono tendenze nettamente divergenti. Le arance vendute a peso imposto — ovvero confezionate, e rappresentanti oltre la metà degli acquisti — registrano una crescita sia nella quota di famiglie acquirenti (+2,8 punti percentuali) sia nella frequenza di acquisto (+6%). Al contrario, le arance vendute a peso variabile, tipicamente sfuse, mostrano un andamento opposto: perdono infatti 1,8 punti nella quota di famiglie acquirenti e segnano un calo del 9% nella frequenza di acquisto.

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Atto di acquisto: stessa spesa per le arance, ma meno chili
Per quanto riguarda la spesa media per acquisto, le arance mostrano una sostanziale stabilità, a differenza della frutta in generale che registra una lieve flessione del 2%. Anche l’analisi dei quantitativi medi acquistati premia la categoria delle arance, che segnano un calo più contenuto rispetto al totale frutta: -9% contro -14%.

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Anche in questo caso, le arance vendute a peso imposto mostrano performance migliori rispetto a quelle a peso variabile. Per le prime, ovvero le confezionate, la spesa media per acquisto è in crescita (+4%), mentre si registra un calo per le arance sfuse (-5%). Il quantitativo medio per acquisto diminuisce in entrambe le modalità, ma con un’intensità decisamente più contenuta per il peso imposto (-3%) rispetto al peso variabile, che segna un calo marcato del 17%.

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Indicatori per canale: schizza la frequenza di acquisto per le arance nel discount
A livello di canali distributivi, si osservano alcune dinamiche comuni a tutto il settore. Tra le famiglie acquirenti emerge un evidente allontanamento dai canali tradizionali e di prossimità — come il libero servizio, il fruttivendolo e il mercato — a favore dei punti vendita di medie e grandi dimensioni della Gdo, ovvero ipermercati, supermercati e discount.
Anche in termini di frequenza d’acquisto, gli italiani sembrano privilegiare sempre più il supermercato e, soprattutto, il discount, che sono gli unici due canali a registrare un incremento, con il discount che segna un notevole +15%.
Per quanto riguarda la spesa media per acquisto, si rileva una crescita generalizzata, particolarmente accentuata proprio nei canali in cui si osserva maggiore disaffezione (libero servizio, fruttivendolo e mercato). I quantitativi medi per acquisto, invece, risultano in calo trasversalmente in tutti i canali.

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Lungo lo Stivale: Sud fanalino di coda negli acquisti di arance
Nonostante il Mezzogiorno — e in particolare la Sicilia — rappresenti la principale area di produzione di arance, è proprio in questa zona che si registra la quota di consumo più bassa (18,3%), accompagnata da un calo significativo rispetto al 2023 (-1,8 punti percentuali). Una dinamica simile si osserva anche nel comparto della frutta in generale, dove il Sud mostra una quota inferiore e in diminuzione. Tuttavia, nel caso delle arance, questi indicatori risultano ancora più critici rispetto alla media della frutta: la quota è inferiore e la flessione è maggiore, anche se qui pesa, ovviamente la quota di consumi che non proviene da acquisti codifcati.
Anche il Centro Italia evidenzia dinamiche simili a quelle del Mezzogiorno, con una flessione nelle quote dei consumi di arance a fronte di una stabilità della frutta. Al contrario, le aree del Nord Est e del Nord Ovest mostrano performance migliori per le arance rispetto alla frutta in generale, evidenziando un comportamento d’acquisto più favorevole e in controtendenza rispetto al Centro-Sud.




















