Mercati rionali, a Roma la metà sono fuorilegge

La situazione è stata denunciata in Procura e alla Corte dei conti

Mercati rionali, a Roma la metà sono fuorilegge

Nessuna convenzione con il Comune, nessun bilancio e nessuna responsabilità per igiene e sicurezza. Come riporta un articolo del Corriere.it, si presenta così la metà dei mercati rionali romani gestiti dalle A.g.s. (cooperative che riuniscono più operatori).

“Sui 49 mercati totali, soltanto 21 (quattro sono in attesa di firma) hanno sottoscritto lo schema di convenzione adottato nel 2018-19 dall’assemblea capitolina, quando a guidare il Campidoglio erano i Cinquestelle”. 

Il provvedimento, che scadrà il prossimo 31 dicembre, prevede che le cooperative trattengano una parte del canone mercatale con una percentuale suddivisa in fasce (dal 35 all’80%), a fronte di una serie di servizi erogati: dalla manutenzione ordinaria alla guardiania, dall’intestazione e pagamento delle bollette, alla pulizia.
Dopo aver controllato la documentazione degli ultimi quattro-cinque anni, l’assessorato al Commercio ha fatto una triste scoperta, ovvero che il 50% dei mercati non rispettava il provvedimento.

“Nel frattempo è stato presentato un esposto in Procura ed è scattata un’indagine interna per appurare se la Direzione mercati abbia svolto tutte le verifiche del caso – riporta l’articolo - Sebbene il canone versato dalle A.g.s. al Comune sia infatti irrisorio (tra i 10 e i 18mila euro l’anno) si potrebbe configurare l’ipotesi di danno erariale qualora emergesse che i mercati, bypassando l’accordo, non abbiano corrisposto la quota parte dovuta”. 

Ma il rischio potrebbe ripercuotersi anche sugli utenti delle strutture, considerato che nessuno ha garantito i servizi di igiene, sicurezza e i lavori di manutenzione.
Tra i mercati che non hanno firmato la convenzione quello di via Magna Grecia (Metronio), Parioli e Val Melaina. Tra quanti hanno invece recepito la norma: Prati, Vittoria, Tiburtino Sud, Casilino 23, Villa Gordiani, Grotta Perfetta, Laurentina, Vigna Murata, Montagnola, Talenti, Trieste e Irnerio.

“Questa amministrazione vuole fare ordine in un sistema lasciato a sé stesso per troppo tempo – ha detto al Corriere Monica Lucarelli, responsabile delle Attività produttive - Si è deciso di far lavorare le A.g.s. in autonomia anche nei casi in cui la convenzione non era stata firmata. Ho informato il sindaco e chiesto un’indagine interna a Roma Capitale per verificare se la Direzione mercati abbia agito in modo corretto. Il tema del commercio è estremamente delicato e le delibere vanno applicate: non si può prescindere dalla presentazione del bilancio e dalla rendicontazione delle spese”.