Dal campo
Meloni, programmazione e brand fanno la differenza
Con Marco Lotta un focus sulla politica aziendale di Agricola Campidanese
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: spesso trovare una chiave di lettura differente è ciò che fa la differenza tra il successo e la mediocrità. E così devono fare le aziende del nostro settore, individuando i punti di forza e valorizzandoli al massimo. Per esempio la Op Agricola Campidanese di Terralba (Oristano) ha deciso di investire su programmazione e politica di brand. Ne abbiamo parlato con Marco Lotta, responsabile commerciale e logistica della Op, nell’ambito di un approfondimento sulla campagna meloni.
“La stagione è partita in maniera strana perché all’inizio abbiamo avuto prezzi assolutamente non remunerativi per il prodotto di serra, prezzi che non sarebbero stati remunerativi nemmeno se il prodotto fosse stato di campo aperto”, ha spiegato Lotta a IFN.
E ha aggiunto: “Dopo di che, abbiamo dovuto fare i conti con un buco produttivo tra il prodotto di serra e quello in campo aperto: i campi hanno reso dal 20 al 50% in meno rispetto allo scorso anno perché il meteo ha influito pesantemente. Per esempio, alcuni ettari, soprattutto quelli dedicati alle raccolte di agosto, non abbiamo potuti trapiantarli a causa delle piogge: per lo stesso problema, abbiamo avuto anche diverse criticità in fase di allegagione”.
Una situazione che si è ripercossa direttamente sui prezzi, che sono molto alti: “Non si tratta certo di speculazione, anzi stiamo cercando di recuperare il buco produttivo che c’è stato per il freddo di maggio e le piogge di giugno ma ovviamente ci stiamo riuscendo solo in parte”.
A salvare l’azienda da questa situazione critica è stata una politica aziendale incentrata sulla programmazione: “Stiamo gestendo bene le forniture – sottolinea Lotta - grazie a una programmazione preparata per tempo, che include ovviamente anche una percentuale di sicurezza. Ovviamente abbiamo il prodotto garantito per i nostri clienti fidelizzati, a quelli ‘spot’ non sempre riusciamo a dare le stesse sicurezze”.
E aggiunge: “Senza programmazione, fra un po’ di anni non si potrà più lavorare nel nostro settore perché nessuno investe soldi in campagna ad occhi chiusi, considerato che i costi sono sempre più alti e i margini sempre più bassi. Inoltre la programmazione sarà fondamentale anche per dialogare con la Gdo e fissare in anticipo i prezzi dei prodotti”.
È poi importante saper valorizzare i prodotti nel giusto modo: è l’unico orizzonte per operare una selezione controllata e mettere in campo i futuri investimenti. “Stiamo riducendo le superfici dedicate alle varietà generiche – sottolinea Lotta - come può essere l’anguria striata, per lasciare spazio ai prodotti dei nostri marchi. Si è trattato di una politica di brand necessaria considerato che i terreni e il numero dei produttori sono limitati: tanto vale puntare sui prodotti di maggiore qualità, che assicurano una maggiore ricompensa sui mercati”.
Una situazione commerciale favorevole è stata poi generata dal mercato spagnolo: “Quest’anno manca il loro prodotto e abbiamo iniziato a distribuire i nostri frutti verso clienti nuovi situati in Olanda e Polonia, potendoci permettere di venderli anche a prezzi più alti del solito”, specifica il responsabile commerciale.
A livello qualitativo non si registrano problemi per i meloni e solo in alcuni casi la pezzatura è maggiore rispetto al solito. Una situazione determinata dalla minore produzione delle piante e che va ad agire anche sul sapore dei frutti e quindi su una maggiore concentrazione zuccherina.