Meloni a 0,99: non c’è limite al peggio

Purtroppo la tecnica raccoglie ancora consensi

Meloni a 0,99: non c’è limite al peggio

Imbattersi in un melone venduto al dettaglio a 0,99 euro/chilo è, salvo situazioni particolari, di per sé qualcosa di deprecabile poiché svilisce il prodotto, vederlo ad inizio aprile è assolutamente inconcepibile.
Eppure, la foto che vedete in apertura è stata scattata un paio di giorni fa davanti ad un fruttivendolo del centro di Forlì. Come potete immaginare non ci trovavamo davanti alla classica boutique della frutta tipica dei centri città (a dire il vero sempre più rare), ma in un negozio di frutta e verdura gestito in una logica “gran bazar”, che - sul piano dei prezzi - metterebbe in difficoltà anche il più agguerrito dei discount.  

I meloni in esposizione, però, sono oggettivamente impresentabili: la buccia è nera, presenta cicatrici, ammaccature e chi più ne ha più ne metta. Il negoziante, per invogliare all’acquisto, ha pure tagliato il frutto in due (anche se l fine non pare sia alzare il livello di servizio fornito alla clientela) ma si notano così rammollimenti certamente poco invitanti. Un prodotto che dovrebbe essere gettato nella pattumiera ma che, nella parte iniziale di campagna, dove il prezzo medio del prodotto italiano nei mercati all’ingrosso è di circa 2,50 euro/chilo (quindi un prezzo al dettaglio fra 3,50-4 euro/chilo), rischia di essere appetibile per quella fascia di consumatori particolarmente sensibile al prezzo. Per quanto riguarda la provenienza del prodotto in vendita non è possibile fare alcun tipo di commento visto e considerato che non era indicata nel “cartellino” (un foglio A4 con una scritta fatta con il pennarello). Difatti, si tratta di frode in commercio e l’esercente andrebbe sanzionato con una multa, ma dubito che ciò accadrà. 
Anzi, ne sono certo, perché a distanza di un paio di giorni i meloni erano ancora in vendita, a dimostrazione che ci sono persone disposte a comprare questo tipo di prodotto. Forse è proprio questo il vero problema.