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Melone Mantovano IGP, quando il territorio diventa marca e il prodotto parla di identità
Nel cuore del Palazzo Ducale di Mantova, produttori e operatori a confronto

È andato in scena ieri, nella splendida cornice del Palazzo Ducale di Mantova, il primo Simposio del Melone Mantovano IGP, evento che ha riunito produttori, esperti e operatori del settore all’insegna dell’eccellenza, della condivisione e della promozione dell’unico melone certificato IGP in Italia.
Parole chiave come qualità, orgoglio, unione e territorio hanno fatto da filo conduttore a un appuntamento fortemente voluto dal Consorzio di Valorizzazione e Tutela del Melone Mantovano IGP, in collaborazione con le aziende consorziate OP Francescon, OP Sermide Ortofruit e Agricola Don Camillo. L’obiettivo: rafforzare il ruolo strategico del melone mantovano all’interno del comparto ortofrutticolo nazionale, valorizzandone l’identità e le potenzialità.
Un elemento distintivo del format è stata la possibilità di accedere direttamente al cuore della filiera. Nel corso della tre giorni (che si concluderà oggi), i partecipanti hanno potuto visitare i campi sperimentali allestiti grazie alla collaborazione delle principali case sementiere – Bayer, BASF | Nunhems, HM.CLAUSE, Syngenta e Rijk Zwaan – entrando così in contatto diretto con l’innovazione varietale e le nuove frontiere della produzione.

Melone, produzione europea in lieve ripresa: Italia e Spagna guidano il mercato
Nel corso del convegno, la direttrice di CSO Italy Elisa Macchi ha offerto una panoramica aggiornata sullo stato della produzione di melone in Europa, evidenziando una leggera ripresa dopo anni di contrazione. Attualmente, nel continente si contano circa 60.000 ettari coltivati, 10.000 in meno rispetto a dieci anni fa, ma con segnali positivi sul breve termine. Italia e Spagna si confermano i due principali attori del comparto, con una superficie coltivata pressoché equivalente (circa 16-17 mila ettari ciascuna) e una quota di mercato rispettivamente del 27% e del 28%. Seguono Francia (23%), Bulgaria e Grecia. Insieme, i primi tre Paesi concentrano oltre l’80% della produzione europea.
Nel 2025, in Italia si prevede un incremento delle superfici coltivate a 16.500 ettari (+2%) e una produzione stimata di 545.000 tonnellate, in crescita rispetto al 2024. Particolarmente dinamica la Lombardia, che negli ultimi due anni ha fatto registrare un incremento delle superfici del 5-6%, posizionandosi come seconda regione dopo la Sicilia (4.400 ettari). In Lombardia, il melone retato domina, coltivato in gran parte sotto tunnellino. Dai dati presentati emerge un comparto italiano in fase di stabilizzazione, con un trend moderatamente positivo che contrasta con il calo registrato in Spagna. Si conferma inoltre la forte concentrazione della produzione in pochi Paesi e la crescente associazione tra varietà e territori di origine. I consumi, infine, restano su livelli solidi, sostenendo la tenuta del settore.

Giuliacci: “Italia sempre più calda, in futuro meno acqua e piogge più estreme”
Il meteorologo Andrea Giuliacci ha evidenziato come il cambiamento climatico stia colpendo duramente l’Italia, definita un vero e proprio “hot spot” climatico. Le temperature sono aumentate di oltre 2 °C dal 1800, con un’accelerazione dal 1980 in poi. Gli ultimi tre anni sono stati i più caldi degli ultimi due secoli e il 2024 il più caldo in assoluto. Tra le conseguenze: riduzione del 30% dei ghiacciai in 50 anni, minore portata dei fiumi in estate, piogge meno frequenti ma più intense. Nei prossimi anni le temperature saliranno ancora (+0,4 °C), con una diminuzione delle piogge estive e un aumento degli eventi estremi. Il vero problema sarà la scarsità d’acqua: servirà imparare a gestirla e conservarla meglio.

Consumi in Europa: cresce l’attenzione per i prodotti locali e il melone conquista spazio nei carrelli
Valeria Giachino, Senior Consultant di YouGov Shopper, ha illustrato i principali trend di consumo a livello europeo, sottolineando un clima di insoddisfazione diffuso tra i consumatori. La percezione negativa è legata soprattutto all'incapacità della politica di gestire l’inflazione. Il consumatore europeo è preoccupato, in particolare per il bilancio familiare e per l’andamento economico del proprio Paese.
In risposta, emergono nuove abitudini di acquisto: maggiore frequenza nei punti vendita, visita a più insegne e attenzione a contenere lo scontrino. Aumenta anche l’interesse per i prodotti locali e nazionali. In Italia questo fenomeno è ancora più marcato: il 75% dei consumatori preferisce marchi locali e l’83% sceglie il Made in Italy.
A seguire, Roberto Rainò, Market Research Analyst di SG Marketing, ha presentato in anteprima i risultati della ricerca “Il vissuto del melone tra esperienze d’acquisto e di consumo”, condotta su 2.600 consumatori tra Italia, Francia e Spagna.
Il melone mostra una penetrazione stabile sopra il 70% nei tre Paesi, con l’Italia in testa (80%). In Italia si acquistano in media 2,5 tipologie, con il retato al primo posto, mentre in Spagna domina il “Piel de Sapo”. Le principali motivazioni d’acquisto sono il gusto rinfrescante e le qualità salutistiche. Il frutto intero resta il formato preferito, anche se in Spagna cresce l’acquisto del melone a metà. Il melone viene consumato principalmente nei pasti principali, ma avanza anche come snack. Tra i criteri di scelta prevalgono grado di maturazione, prezzo, stagionalità e varietà. Il consumatore italiano è il più attento, valutando più elementi rispetto ai francesi (che puntano sull’origine) e agli spagnoli (più attenti alla dimensione). Interessante il tema delle aree vocate: solo il 36% degli italiani le conosce, contro il 69% dei francesi e il 54% degli spagnoli. L’indicazione DOP/IGP ha un impatto positivo sulla percezione di qualità, ma resta un divario tra le aspettative dei consumatori e ciò che trovano in punto vendita. Almeno il 50% degli intervistati chiede più supporto nella scelta del prodotto giusto, auspicando un’informazione sempre più digitale.

Il Melone Mantovano IGP chiude il convegno tra crescita, identità territoriale e nuove sfide di comunicazione
Il convegno si è concluso con gli interventi degli associati del Consorzio del Melone Mantovano IGP, che hanno tracciato un bilancio sul presente e sulle prospettive di sviluppo della filiera certificata. Mauro Aguzzi, presidente del Consorzio, ha evidenziato un dato incoraggiante: “Un terzo dei consumatori di ortofrutta conosce e acquista il Melone Mantovano IGP, con picchi più alti tra i consumatori abituali e tra chi frequenta i punti vendita della GDO. Questo conferma il valore del marchio IGP, che rappresenta garanzia, territorio e qualità”. La produzione, ha ricordato Aguzzi, è cresciuta sensibilmente: “Dalle 200 tonnellate iniziali siamo arrivati a 11.728 nel 2024. Le aziende ci hanno creduto e continuano a farlo. Ora è fondamentale investire nella comunicazione per intercettare nuovi consumatori e rafforzare il legame con chi già ci conosce”.

Francesca Nadalini, vicepresidente dell'OP Sermide Ortofruit, ha ripercorso le origini del consorzio: “La promozione dell’IGP è nata nel 2004 grazie a una visione politica concreta e lungimirante, che ha saputo unire i produttori. Abbiamo istituito un ente di controllo che certifica le aziende e monitora i punti vendita con report regolari. Questo sistema di autodisciplina ci ha permesso di migliorare costantemente la qualità, garantendo al consumatore un prodotto sempre all’altezza”.

Andrea Benelli, amministratore delegato di Agricola Don Camillo, ha ribadito l’impegno nel valorizzare la categoria: “Abbiamo deciso di investire sul Melone Mantovano IGP perché è l’unico IGP del settore in Italia. Il consumatore lo riconosce come sinonimo di qualità. Crediamo fortemente in questo prodotto e continuiamo a puntare su pubblicità e promozione. Resta da colmare un gap di conoscenza, soprattutto nel Centro-Sud, dove è necessario comunicare di più e meglio”.

Bruno Francescon, presidente di OP Francescon, ha ammesso con franchezza che inizialmente non credeva nel progetto: “Inizialmente, pensavo fosse solo un modo per accedere a qualche piano di sviluppo rurale in più. Invece, grazie anche alla presenza a Mantova delle principali OP del melone e all’esperienza maturata, l’IGP oggi funziona meglio di quanto ci aspettassimo. Ora dobbiamo investire di più nel marketing, puntare su un prodotto distintivo e sempre buono, e farci conoscere. Il brand è forte, Mantova è famosa, siamo tra due parchi naturali: dobbiamo raccontare meglio la nostra storia”.
Un finale di convegno all’insegna della identità e della consapevolezza che qualità e territorio sono le chiavi per conquistare un consumatore sempre più attento e informato.Ma il vero epilogo della giornata è stato ancora più suggestivo: una cena di gala interamente dedicata al melone, protagonista indiscusso anche a tavola con un menù creativo e ricercato. A chiudere la serata, l’esibizione della cantante Noemi, che con la sua voce potente e coinvolgente ha incantato il folto pubblico presente, regalando un momento di grande emozione e bellezza. Un finale perfetto, nel segno del gusto, della musica e dell’eccellenza italiana. (bf)

