Il meglio di IFN
Melone, il sapore è la strada maestra
Da civetta a prodotto strategico per il reparto, forte di un prolungamento della campagna
Mangeremo meloni di alta qualità tutto l’anno? Probabilmente i tempi non sono ancora maturi, ma, come è emerso durante la diretta di ieri sui nostri canali social (clicca qui per rivederla), i protagonisti della filiera (dalla produzione alla distribuzione) hanno due certezze. Ovvero,
- il melone deve essere sempre buono;
- la campagna commerciale si sta allungando di anno in anno,
tanto che la destagionalizzazione di uno dei prodotti simbolo dell’estate, non è più una chimera.
Su questi temi si è notata un’unità d’intenti come raramente accade di vedere fra il mondo produttivo, rappresentato da Bruno Francescon, Presidente della omonima OP, Marco Lotta, Responsabile Commerciale dell'Orto di Eleonora e Domenico Raneri, Presidente del Consorzio Mundial, e quello distributivo, nelle persone di Luca Cardamone, Responsabile Acquisti Ortofrutta di MD e Lorenzo Trovato, Product manager MDD Freschissimi/Surgelati Crai Secom/Food 5.0.
Chiaramente si è parlato anche di molto altro, come potrete leggere nelle righe seguenti.
Campagna 2024: partenza sprint ma il clima sta limitando l’offerta
Il Direttore di IFN, Roberto Della Casa, ha iniziato i lavori partendo dai dati relativi alle ultime annate compreso un breve focus sull’inizio campagna 2024: “I dati a volume dei diversi canali negli ultimi 5 anni mostran un paio di buone annate – in particolare il 2021, che è cresciuto del 6% rispetto al 2019 – per poi tornare nell’ultimo biennio allo stesso livello dei consumi pre-Covid. Guardando invece i primi 5 mesi di questa stagione, possiamo notare come ci sia stato un anticipo della campagna produttiva, testimoniato dai consumi di aprile, che sono praticamente raddoppiati, a cui ha fatto seguito un riallineamento nelle settimane di maggio. Ad ogni modo, il progressivo da inizio campagna è in crescita del 20% rispetto allo scorso anno”.
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Un’analisi che trova conferma dal mondo distributivo, come ha sottolineato Trovato: “Soprattutto nella prima parte del mese di aprile si sono avute temperature adatte al consumo di melone, mentre nelle settimane successive soprattutto al Nord Italia, il maltempo ha provocato diversi alti e bassi nelle vendite, infine al Sud c’è stata più costanza. Fino ad ora la qualità del prodotto italiano, che ha visto protagonista l’areale siciliano, è stato all’altezza delle aspettative e le quotazioni si sono mantenute altrettanto interessanti. Speriamo che a giugno il clima torni mite lungo tutta la Penisola in modo da poter ‘spingere’ con le vendite”.
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“In effetti, quest’anno le raccolte in Sicilia sono iniziate in anticipo rispetto agli altri anni – ha confermato Domenico Raneri – grazie al clima che ci ha aiutato e ha allungato la stagione che è alla battute conclusive per quanto riguarda la tipologia retato. La qualità è stata decisamente elevata, sia per le migliori condizioni climatiche, sia per l’adozione di precise tecniche agronomiche adottate dal nostro consorzio per elevare ulteriormente gli standard”.
Risalendo lo stivale, il clima è stato certamente meno benevolo, come ha spiegato Bruno Francescon: “Nella zona del Mantovano da inizio anno sono già scesi oltre 600 millimetri di acqua. Mai vista una cosa del genere che condizionerà pesantemente le prossime settimane di raccolta, in quanto le allegagioni sono scarse ed abbiamo enormi difficoltà a entrare in campo con i mezzi agricoli per svolgere le normali operazioni colturali, a partire dalla difesa delle malattie, che trovano le condizioni ideali con questo clima umido. Quindi ci aspettiamo un calo dell’offerta fino a giugno, sulla falsa riga dell’anno scorso se non peggio, e per i mesi successivi l'evoluzione è ancora tutta da scrivere”.
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Crescono i trend a valore, soprattutto nei discount. Il sapore è la strada maestra
Tornando ai numeri, dalle analisi del Monitoro Ortofrutta di Agroter, si nota una crescita a valore in tutti i canali di vendita, in particolare modo per l'evoluzione del discount - o supermercato essenziale - che segna un + 42% rispetto a 5 anni fa. Sembra evidente, quindi, come il melone, non sia più un prodotto civetta, da promozionare a tutti i costi, ma un articolo strategico per il reparto: “Confermo questa lettura senza se e senza ma. D’altronde si tratta del re dell’estate – spiega Luca Cardamone – perché da giugno ad agosto è fra i 3 prodotti più venduti del reparto ed è quello che ha la ‘fortuna’ di essere il precursore della campagna estiva, già ad aprile, con un prodotto di ottima qualità. Italianità, territorialità e stagionalità sono i 3 pilastri che guidano la strategia commerciale di MD per quanto riguarda il melone. A riprova di quanto detto, fra fine aprile e inizio maggio, abbiamo pubblicizzato in televisione la nostra offerta di meloni italiani. Infatti, il messaggio che vogliamo lanciare al consumatore è che puntiamo sui meloni nazionali di alta qualità”.
Proprio la distintività, grazie all’alta qualità della produzione, è uno dei capisaldi dell’azienda Sarda L’orto di Eleonora: “Cerchiamo di differenziarci con un prodotto unico di alta qualità – commenta Marco Lotta – a partire da ‘Majores’, che è un’evoluzione del classico Piel de Sapo Sardo, caratterizzato da una taglia più contenuta e da un sapore delizioso, per arrivare a ‘Corallo’ che è un melone verde dalla caratteristica polpa Arancione e dall'intenso profumo, che mostra un’elevata shelf life, aspetto importante per ridurre gli sfridi. Infine, abbiamo un’ottima produzione di melone retato e, anche in questo caso, la prerogativa rimane il sapore. Senza quello non si va da nessuna parte”.
La campagna si allunga. Obiettivo destagionalizzazione?
Un tema che è stato ampiamente dibattuto dai partecipanti riguarda l’allungamento della campagna commerciale certificato dai dati mensili nel canale Iper + Super: nel 2023 crescono le vendite sia a settembre, che, soprattutto, a ottobre dove i quantitativi sono aumentati di oltre il 50%.
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“Con un prodotto di buona qualità si arriva facilmente a fine ottobre, per non dire novembre – sottolinea Lorenzo Trovato – quindi, se prosegue questo trend di clima mite anche in autunno, possiamo puntare ad una campagna di 6-8 mesi, che vedrà comunque protagonisti i mesi estivi, ma meno che in passato. Non dimentichiamo nemmeno l’importanza del periodo precoce, leggermente sfavorito nell’ultimo biennio da un tempo instabile, in particolare a maggio, ma che serve ad ‘agganciare’ il consumatore oramai stanco delle referenze invernali”.
Nella prima parte della campagna, è fondamentale il contributo delle produzioni estere, africane in primis: “Solo scendendo di latitudine, come facciamo con la nostra azienda in Senegal, è possibile anticipare la produzione a febbraio – argomenta Bruno Francescon – e, forti di una esperienza oramai ventennale, riusciamo a proporre un prodotto di ottima qualità ai nostri clienti. Quest’anno è stata una stagione positiva, favorita da un mese di marzo mite, mentre da metà aprile in avanti c’è stata qualche criticità di troppo. In generale il progetto del melone dal Senegal sta procedendo come da aspettative e ha margini di ulteriore sviluppo, perché, per ora, in Europa non è possibile produrre fra febbraio e marzo”.
Il tema dell’anticipo produttivo è uno degli obiettivi strategici del Consorzio Mundial: “Stiamo lavorando a stretto contatto con le case sementiere per anticipare la raccolta in Sicilia già agli inizi di marzo – evidenzia Raneri – e penso che nell’arco di pochi anni raggiungeremo il nostro obiettivo. Poi, chiaramente, stiamo lavorando anche per estendere la commercializzazione anche nella parte tardiva della stagione melonicola”.
Proprio il periodo tardivo è un punto di forza della Sardegna, come ha illustrato Marco Lotta: “I consumi, in questo lasso di tempo, sono in continua crescita, soprattutto in una regione vocata al turismo come la Sardegna. Senza dubbio le alte temperature complicano la coltivazione, e proprio per questo motivo abbiamo scelto delle zone a Nord di Sassari, caratterizzare da un microclima più fresco che ci permette di ottenere ottimi risultati. L’altro aspetto critico riguarda le virosi, dove stiamo testando nuove tecniche per limitarne la diffusione”.
Difatti il mondo produttivo si sta organizzando per allungare la campagna commerciale, e la distribuzione è interessata a vendere meloni anche fuori stagione, a patto che la qualità sia all’altezza, e su questo aspetto sarà determinante il miglioramento genetico.
Oltre ad allungare la stagione occorre una certa abilità a districarsi fra campagne sempre più imprevedibili: “Il confronto con il fornitore è diventato per noi buyer un aspetto determinante per gestire la stagione melonicola - sottolinea Cardamone – perché è la produzione che detta i ritmi dei volumi raccolti di settimana in settimana. Quindi dobbiamo essere intelligenti a capire che le situazioni evolvono molto rapidamente ed occorre reagire di conseguenza. A mio avviso, oramai la programmazione a priori via mail del volantino è anacronistica: occorre muoversi in prima persona e andare direttamente in campagna, se necessario, a comprendere le dinamiche in atto che evolvono molto più velocemente rispetto al passato”.
Consumer panel: il consumo singolo sorpassa l’abbinamento col prosciutto.
Nella seconda parte della diretta si è indagato anche sulle abitudini del consumatore grazie alle ultime ricerche del Monitor ortofrutta di Agroter recentemente presentate a Think Fresh. L’abbinamento con il prosciutto rimane ancora un must per il 50% degli intervistati, ma in testa alle preferenze c’è il consumo singolo a fette o cubetti che è la modalità di degustazione preferita dal 62% degli interpellati; chiudono, a grande distanza, l’utilizzo del melone in macedonia o all’interno di insalate. Da notare, infine, come solo il 7% degli italiani non mangi il melone.
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Per quanto riguarda le tipologie, il retato rimane di gran lunga il più conosciuto, con il 53% delle preferenze, da Nord a Sud; proseguendo la classifica troviamo liscio (30%) e il gialletto (24%), che trovano, rispettivamente, maggiori consensi al Nord e Sud Italia.
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Partendo da questi dati, il nostro direttore ha lanciato alcuni stimoli per sviluppare la categoria: “Partendo dalla modalità con cui gli italiani consumano il melone, che vede ancora un ruolo preminente dell’abbinamento col prosciutto, sarebbe interessante proporre in vendita il ‘melone ideale per il prosciutto', che dovrà avere caratteristiche ben definite. Parimenti, il consumo singolo a fette impone una qualità costante e garantita perché non ci sono condimenti di sorta che possono attenuare le eventuali mancanze gustative. In merito alle diverse tipologie, dove si denota, per alcune, un legame stretto con il territorio, è un ambito dalle grandi potenzialità in cui la comunicazione gioca un ruolo chiave per aumentare la penetrazione di una tipologia poco conosciuta in un determinato areale”.
Infine, l’ultimo spunto ha riguardato la necessità di lavorare sul prodotto tagliato a fette e nella vendita a peso imposto. In entrambi i casi i distributori presenti hanno mostrato grande interesse perché possono aiutare nello sviluppare le vendite lungo l’arco della stagione, a patto, ovviamente, che la qualità organolettica sia adeguata. (am)